martedì 28 dicembre 2021

Pandemia e potere

Ci stiamo avviando verso la fine dell'anno e osiamo una lettura di tipo politologico, sullo stato dell'arte e sulle prospettive.
Prendo spunto da una foto, che io definirei la foto dell'anno, quella che ritrae un signore che nel corso dell'estate fa il bagno in mare con la mascherina chirurgica, quella antipandemica.
Non credevo ai miei occhi quando fui testimone diretto di un episodio di questo tipo accadutomi su una spiaggia del litorale Adriatico; credevo che quello che stavo vedendo fosse l'effetto di un colpo di sole, soprattutto, e sottolineo soprattutto, perchè sulla spiaggia, tutto era surreale, c'era cioè l'assoluta indifferenza dei bagnanti, di fronte ad un'immagine che invece a me sembrava a dir poco allucinante.
Un episodio, un'immagine piccola, ma, perlomeno per quanto mi riguarda, con la potenza dirompente di un raggio laser che squarcia le tenebre e ci illumina su come il potere, nelle sue varie diramazioni, lobbistica, economica, politica, mediatica, riesca a manipolare, a manomettere, a modificare geneticamente organismi e creare in questo modo un terreno di coltura fertile, funzionale a stabilizzare il primato delle élites, appena citate, sulla sovranità popolare.
Questo è il succo e in estrema sintesi la lettura politologica che ricavo dall'episodio, che adesso però vado ad argomentare.
L'analisi verterà sul rapporto tra pandemia e potere.
Innanzitutto non vorrei essere frainteso; che i presìdi sanitari in senso lato, vaccini e quant'altro, abbiano avuto una funzione, mi pare un dato di fatto inconfutabile, nonostante tutte le incongruenze, le forzature o i limiti di efficacia; proprio per questo motivo però, cioè per la rilevanza che tali presìdi hanno avuto in questa fase storica, insieme alle regole restrittive anti pandemiche che hanno inciso fortemente sulla vita e giocoforza anche addomesticato la collettività, proprio per questo motivo probabilmente si proverebbe da parte dei sopracitati centri decisionali, questa però rimane un'opinione mia e in quanto tale opinabile, si proverebbe ad andare oltre il tema sanitario e sfruttare l'occasione e il bacino d'utenza vasto, così creato e in qualche modo addomesticato dalle regole anti pandemiche, per arrivare ad una rimodulazione del rapporto tra il potere e il popolo, che veda ad esempio prevalere il fattore consenso sul fattore partecipazione, traducibile in "più delega", meno "spinta autonoma e propulsiva", "meno impegno in prima persona": questo è il punto.
Quindi ecco, siamo entrati con tutti e due i piedi dentro la riflessione politologica e colto i due fattori decisivi per le democrazie, fattori che però potrebbero entrare in rotta di collisione da qui in avanti: consenso e partecipazione.
Potrebbe essere, uso sempre il condizionale, che l'addomesticamento fisiologicamente prodotto sulla collettività dalle restrizioni anti pandemiche, offra l'opportunità alle élites, cioè alle varie diramazioni del potere di cui prima ho detto, per gettare le basi per una declinazione nuova del concetto di democrazia, diversa da quella del passato, declinazione diversa, peraltro già oggi attuata, mi pare di poter dire, nell'ambito dei cosiddetti autoritarismi, prevalentemente orientali, come ad esempio quello cinese.
Il presidente cinese proprio nel corso di questo mese ha parlato del concetto di democrazia, del suo concetto di democrazia, affermando che non si può avere democrazia senza il consenso popolare e qui come vediamo ritorna il fattore "consenso".
Viceversa le democrazie occidentali mantengono, perlomeno sulla carta, il fattore "partecipazione" come asse portante, salvo poi operare sotto traccia per ridimensionarlo; tant'è che qualche illustre intellettuale, avendo colto tale ridimensionamento, arriva ad ammonire: "la democrazia non è uno sport da spettatori, se tutti stanno a guardare e nessuno partecipa, non funziona più". (cit.: Michael Moore regista).
Quindi noi vediamo che se da un lato, cioè in oriente, si ammette apertamente quale possa essere la propria interpretazione del concetto di democrazia, dall'altro lato, cioè in occidente, il passaggio dalla democrazia della partecipazione a quella del consenso, cioè il passaggio dall'impegno propulsivo in prima persona, alla delega assoluta, che è una tendenza da me percepita ma che non è detto che sia fondata sia chiaro, si fa in modo per così dire subdolo, non dichiarato; ed è in questo contesto occidentale quindi, che la diramazione mass mediatica del potere, diventa decisiva, assume ruolo di vero e proprio influencer elevato all'ennesima potenza e utilizzando tecniche di comunicazione per così dire martellanti, arriva a condizionare la vita della collettività, persino a modificare geneticamente organismi e spingerli addirittura in mare con mascherina chirurgica, loro malgrado oserei dire.
Vediamo quindi che siamo riusciti a trovare il nesso tra quell'immagine piccola e la prospettiva grande.
Avviandomi alla conclusione posso dire questo.
Non c'è dubbio che le cosiddette democrazie occidentali non abbiano dato buona prova finora, le burocrazie sono pachidermiche, la forbice tra benestanti e povertà sembra allargarsi sempre di più e si potrebbe aggiungere altro; viceversa i cosiddetti autoritarismi prevalentemente orientali, mi pare che abbiano dato buona prova, poichè possono contare su un assetto istituzionale più agile, più adatto a vincere le sfide del mercato globale e anche ad affrontare le emergenze, difatti hanno prodotto progresso economico e sociale nelle aree di riferimento, in tempi relativamente rapidi.
Forse, e dico forse, è proprio per questo motivo che oggi ad occidente si prenda spunto da quegli assetti istituzionali, più rapidi ed efficienti, non so se ciò possa essere o meno un auspicio, per provare ad imitarli e replicarne in qualche modo i successi.
In ogni caso c'è un rischio, sia in caso di successi sia in caso d'insuccessi delle politiche, la collettività si ritroverebbe ad essere sempre di meno artefice delle proprie vicende: questo è il punto, questa è la prospettiva secondo me.
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lunedì 20 dicembre 2021

Tipicità Festival 2022, Fermo Forum

Nuove date di Tipicità Festival, in programma al Fermo Forum dal 2 al 4 aprile.
Tipicità Festival: eccellenze nel nuovo mondo.
Dal 2 al 4 aprile a Fermo, nelle Marche, debutta nella sua nuova veste Tipicità Festival.
Tutto da scoprire l’innovativo format, un vero e proprio ecosistema del bello e del buono nel quale confluiscono produttori, amministratori, giornalisti, blogger, influencer, buyer e visitatori.
Presenze fisiche ed interazioni digitali alimentano, nella massima sicurezza, una community che si confronta, fa business, offre esperienze e non termina la sua esperienza nei giorni del Festival, ma rimane connessa attraverso la “Tipicità Endless Experience”.
Premiata nel 2020 con il Food and Travel Award come miglior evento-iniziativa realizzata in Italia, a trent’anni dall’esordio la manifestazione si presenta con una nuova formula, un’ulteriore evoluzione che cavalca i cambiamenti epocali del periodo pandemico.
Contenuti e personaggi, itinerari e mete, cibo e making saranno fruibili nell’ambito di giornate professionali altamente specializzate, con un weekend destinato a curiosi e golosi, gourmet, food trotter ed italian enthusiast.
Tema portante: valorizzare il locale parlando al globale, far conoscere al mondo le innumerevoli eccellenze marchigiane ed italiane.
Al centro dell’attenzione il cibo e le specialità gastronomiche, insieme ad attrattive territoriali, icone del fashion e simboli del “saper fare”.
Curiosando nel padiglione emergono i primi tratti della nuova Tipicità: aree vive e pulsanti che parlano di biodiversità e biologico, cucina e lievitati d’autore, vini da vitigni autoctoni, specialità rare di territori vicini e lontani, proposte immersive nei luoghi e manifattura d’alta gamma.
L’organizzazione di Tipicità è già al lavoro per forgiare nuove modalità di promozione del #vivereallitaliana, come quelle che negli anni hanno visto sfilare il meglio delle Marche e dell’Italian Style a New York, Dubai, Mosca, Abu Dhabi, Montreal.
Organizzata dal Comune di Fermo insieme ad un nutrito pool di partner - comprendente Atenei, aziende ed entità territoriali - Tipicità Festival prevede anche la partecipazione di ospiti provenienti da altre regioni italiane e dall’estero.
Info:
www.tipicita.it
tel.: 0734.277893
mail: segreteria@tipicita.it

domenica 12 dicembre 2021

Legge enoturismo regione Marche

Approvata la legge regionale sull'enoturismo.
Dopo una fase istruttoria di un paio di mesi, che ha visto il passaggio del testo presso le varie Commissioni Consiliari, l'iniziativa della Giunta Regionale ha concluso il suo iter con l'approvazione in assemblea in data 09/11/2021.
Di seguito il documento ufficiale, che è pubblicato ed accessibile sui siti della Regione Marche.
Estremi della legge
Atto: Legge Regionale 11 novembre 2021, n. 28
Titolo: Esercizio dell’attività enoturistica nelle Marche Pubblicazione: (B.U. 18 novembre 2021, n. 92)
Stato: Vigente
Tema: Sviluppo Economico e Attività Produttive
Settore: Turismo
Materia: Disposizioni generali
Sommario
Art. 1 (Oggetto e finalità)
Art. 2 (Attività enoturistiche)
Art. 3 (Operatori enoturistici)
Art. 4 (Requisiti e standard minimi di qualità per lo svolgimento dell'attività enoturistica)
Art. 5 (Formazione professionale)
Art. 6 (Attività di degustazione e abbinamento di alimenti)
Art. 7 (Programmazione integrata)
Art. 8 (SCIA)
Art. 9 (Elenco regionale degli operatori enoturistici)
Art. 10 (Vigilanza e controllo)
Art. 11 (Sanzioni amministrative pecuniarie)
Art. 12 (Sospensione e cessazione dell'attività)
Art. 13 (Disposizioni transitorie)
Art. 14 (Invarianza finanziaria)
Art. 15 (Norma finale)
Art. 1 (Oggetto e finalità)
1. Questa legge disciplina, in armonia con i programmi di sviluppo rurale dell'Unione Europea e nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia, l'attività enoturistica regionale ai sensi dei commi 502, 503, 504 e 505 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020) e del decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali e del turismo del 12 marzo 2019 (Linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l'esercizio dell'attività enoturistica), al fine di:
a) valorizzare le aree ad alta vocazione vitivinicola; b) valorizzare le peculiari produzioni vitivinicole di ciascun territorio; c) implementare l'offerta turistica regionale con l'enoturismo per coniugare la conoscenza della cultura del vino con la cultura dei territori di produzione; d) favorire lo sviluppo delle imprese produttrici di vino consentendo di ampliare le proprie attività economiche anche in una prospettiva nazionale e internazionale.
Art. 2 (Attività enoturistiche)
1. Per attività enoturistiche si intendono: a) le attività formative ed informative, rivolte al pubblico e ai consumatori, delle produzioni vitivinicole del territorio e della conoscenza del vino, con particolare riguardo alle indicazioni geografiche (DOP, IGP) nel cui areale si svolge l'attività; b) le attività di degustazione e commercializzazione delle produzioni vitivinicole aziendali anche in abbinamento ad alimenti.
2. La Giunta regionale, con propria deliberazione e sentita la Commissione assembleare competente, individua le attività di cui alle lettere a) e b) del comma 1, anche svolte disgiuntamente, che rientrano nell'enoturismo, ai sensi del comma 502 dell'articolo 1 della legge 205/2017 e che sono assoggettate alle disposizioni di questa legge.
Art. 3 (Operatori enoturistici)
1. Possono esercitare attività di enoturismo, anche con il supporto di operatori specializzati, esclusivamente le seguenti tipologie di soggetti: a) gli imprenditori agricoli singoli o associati di cui all'articolo 2135 del codice civile esercenti attività vitivinicola che trasformano in proprio o che fanno trasformare a terzi il proprio prodotto; b) le imprese esercenti attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti vitivinicoli; c) le enoteche regionali riconosciute ai sensi della legge regionale 3 gennaio 1995, n. 5 (Provvedimenti per la valorizzazione dei prodotti vitivinicoli e agroalimentari tipici marchigiani); d) il polo enogastronomico regionale riconosciuto ai sensi dell'articolo 22 della legge regionale 23 dicembre 2013, n. 49 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2014 e pluriennale 2014/2016 della Regione (Legge finanziaria 2014)).
2. L'esercizio delle attività enoturistiche di cui all'articolo 2 non è consentito a: a) coloro che hanno riportato nell'ultimo quinquennio, con sentenza passata in giudicato, condanna per uno dei delitti previsti dagli articoli 442, 444, 513, 515 e 517 del codice penale, o per uno dei delitti in materia di igiene e di sanità o di frode nella preparazione degli alimenti previsti da leggi speciali, salvo che abbiano ottenuto la riabilitazione; b) coloro che sono sottoposti a misure di prevenzione ai sensi della legge 27 dicembre 1956, n. 1423 (Misure di prevenzione nei confronti delle persone pericolose per la sicurezza e per la pubblica moralità) e successive modificazioni, o sono stati dichiarati delinquenti abituali, salvo che abbiano ottenuto la riabilitazione; c) coloro che ricadono nelle condizioni previste dall'articolo 67 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159 (Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 13 agosto 2010, n. 136).
3. E' vietato l'uso delle denominazioni di enoturismo, enoturistico e simili, anche modificate, alterate, rettificate o associate ad altre denominazioni, come marchio individuale o commerciale, insegna o ragione sociale di soggetti che non sono operatori enoturistici ai sensi di questa legge.
Art. 4 (Requisiti e standard minimi di qualità per lo svolgimento dell'attività enoturistica)
1. Per lo svolgimento dell'attività enoturistica, è richiesta la presenza di personale qualificato compreso tra il titolare e i soci dell'impresa, i familiari coadiuvanti, i dipendenti o i collaboratori esterni, purché dotati di competenza e formazione, anche sulla conoscenza delle caratteristiche del territorio ed in possesso di almeno uno dei seguenti requisiti: a) diploma di scuola secondaria di secondo grado o laurea ad indirizzo agrario o, comunque, attinenti il settore di riferimento; b) esperienza lavorativa almeno triennale svolta presso imprese vitivinicole; c) attestato di frequenza di un corso di formazione con verifica delle conoscenze acquisite avente ad oggetto l'attività vitivinicola e turistica, della durata almeno di 50 ore.
2. Fermi restando i requisiti generali, anche di carattere igienico-sanitario e di sicurezza, previsti dalla normativa vigente, gli operatori che svolgono attività enoturistiche devono presentare i seguenti requisiti e standard minimi di qualità: a) apertura annuale o stagionale di un minimo di tre giorni settimanali, all'interno dei quali possono essere compresi la domenica, i giorni prefestivi e festivi; b) sito o pagina web aziendale, almeno in tre lingue, compreso l'italiano, contenenti gli strumenti di prenotazione delle visite; c) cartello da affiggere all'ingresso dell'azienda che riporti i dati relativi all'accoglienza enoturistica, gli orari di apertura, la tipologia del servizio offerto e le lingue parlate; il cartello deve riportare anche il logo identificativo dell'attività enoturistica approvato dalla Giunta regionale; d) disponibilità di parcheggi in azienda o nelle vicinanze con adeguata indicazione; e) disponibilità di materiale informativo sull'azienda e sui suoi prodotti, in formato digitale o cartaceo, anche con riferimento alla eventuale collaborazione tra più aziende del territorio, in almeno tre lingue, compreso l'italiano; f) esposizione e distribuzione di materiale informativo, che può essere anche in formato digitale, sulla zona di produzione, sulle produzioni tipiche e locali con particolare riferimento alle produzioni con denominazione di origine sia in ambito vitivinicolo e agroalimentare, sia in ambito artigianale e industriale, sulle attrazioni turistiche, artistiche, architettoniche e paesaggistiche del territorio in cui è svolta l'attività enoturistica; g) ambienti dedicati e adeguatamente attrezzati per l'accoglienza e per la tipologia di attività in concreto svolte dall'operatore enoturistico.
3. L'attività enoturistica può essere svolta anche con il supporto di operatori specializzati nel settore turistico.
4. Per le attività di cui all'articolo 2 da svolgersi nei vigneti, i soggetti di cui alle lettere b), c) e d) del comma 1 dell'articolo 3 devono riferirsi ai viticoltori dai quali provengono le uve che originano i vini di cui all'articolo 6.
Art. 5 (Formazione professionale)
1. La Regione promuove iniziative in materia di formazione, riqualificazione e aggiornamento professionale, anche periodiche, degli operatori enoturistici o dei loro collaboratori, ai sensi della normativa regionale in tema di formazione professionale.
2. L'attività di formazione viene svolta dagli enti di formazione accreditati sulla base delle disposizioni regionali di settore. I corsi devono essere approvati dalla struttura regionale competente in materia di enoturismo e di turismo, secondo le modalità determinate dalla Giunta regionale.
3. L'attuazione degli interventi previsti dal comma 1 è subordinata al rispetto delle procedure e delle condizioni di ammissibilità del Programma di Sviluppo Rurale Marche, nei limiti delle disponibilità ivi previste per la formazione.
Art. 6 (Attività di degustazione e abbinamento di alimenti)
1. La Giunta regionale, con propria deliberazione e sentita la Commissione assembleare competente, individua e disciplina le attività di degustazione e commercializzazione delle produzioni vitivinicole aziendali, anche in abbinamento ad alimenti, anche su proposta degli operatori enoturistici di cui alle lettere a), b), c) e d) del comma 1 dell'articolo 3.
2. L'abbinamento di alimenti ai prodotti vitivinicoli aziendali deve avvenire con prodotti agro-alimentari freddi preparati dall'azienda stessa, anche manipolati o trasformati, pronti per il consumo nel rispetto delle discipline e delle condizioni e dei requisiti igienico-sanitari previsti dalla normativa vigente, e legati alle produzioni locali e tipiche della regione Marche, valorizzandone la stagionalità e la provenienza territoriale, anche provenienti da una rete di aziende.
3. La Giunta regionale approva l'elenco delle tipologie degli alimenti da abbinare alla degustazione dei prodotti vitivinicoli.
4. Dall'attività di degustazione sono in ogni caso escluse le attività e gli alimenti che prefigurano un servizio di ristorazione.
Art. 7 (Programmazione integrata)
1. L'attuazione e la gestione di questa legge regionale è seguita sinergicamente dalle strutture competenti nei settori dell'agricoltura, del commercio e del turismo, secondo le modalità stabilite dalla Giunta Regionale.
Art. 8 (SCIA)
1. I soggetti di cui al comma 1 dell'articolo 3 che vogliono avviare le attività di enoturismo debbono presentare al Comune in cui intendono svolgere l'attività la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) di cui all'articolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi).
2. La Giunta regionale determina le modalità per la presentazione della SCIA.
3. La SCIA deve indicare le attività che si intendono svolgere e i periodi di apertura; il Comune ne trasmette copia alla struttura organizzativa regionale competente.
Art. 9 (Elenco regionale degli operatori enoturistici)
1. Presso la struttura organizzativa regionale competente in materia di enoturismo è istituito l'elenco regionale degli operatori enoturistici.
2. Nell'elenco sono iscritti i soli operatori che hanno inoltrato la segnalazione certificata di inizio attività di cui all'articolo 8.
3. Le modalità di iscrizione nell'elenco di cui al comma 1 sono stabilite dalla Giunta regionale sentita l'ANCI.
Art. 10 (Vigilanza e controllo)
1. Fatte salve le competenze di altri soggetti indicati nella normativa statale e regionale, in particolare in materia di igiene, sicurezza alimentare e degli ambienti di lavoro, i Comuni esercitano la vigilanza sull'osservanza di questa legge.
2. I Comuni sono tenuti ad effettuare, annualmente, un controllo a campione su almeno il 10 per cento delle strutture presenti nel territorio comunale, rispettando il turno minimo di tre anni tra i controlli allo stesso esercizio, salvo segnalazioni pervenute allo stesso Ente.
3. I Comuni trasmettono alla Regione, entro il 31 marzo di ogni anno, una relazione sull'attività di controllo e vigilanza posta in essere nell'anno precedente.
4. Le modalità di svolgimento dei controlli di cui ai commi 2 e 3 sono stabilite con delibera di Giunta regionale.
Art. 11 (Sanzioni amministrative pecuniarie)
1. Chiunque faccia uso delle denominazioni di enoturismo, enoturistico e simili, anche modificate, alterate, rettificate o associate ad altre denominazioni, come marchio individuale o commerciale, insegna o ragione sociale di soggetti che non sono operatori enoturistici ai sensi di questa legge è soggetto al pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 1.500,00 a euro 10.000,00.
2. Chiunque svolge le attività di enoturismo senza aver presentato la SCIA di cui all'articolo 8, è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 2.500,00 a euro 15.000,00. Il Comune dispone la chiusura dell'attività svolta senza titolo abilitativo. L'attività di enoturismo non può essere intrapresa dall'imprenditore responsabile dell'infrazione di cui a questo comma nei successivi dodici mesi.
3. Chiunque svolge le attività di enoturismo senza i requisiti e gli standard minimi di qualità di cui all'articolo 4, è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 500,00 a euro 3.000,00.
4. L'operatore enoturistico è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 250,00 a euro 1.500,00 per: a) mancato rispetto delle modalità di esercizio dell'attività indicate nella SCIA; b) mancata esposizione al pubblico della SCIA; c) utilizzo di prodotti non conforme a quanto stabilito dall'articolo 6.
5. Per l'accertamento e la contestazione delle infrazioni a questa legge si applica la legge regionale 10 agosto 1998, n. 33 (Disciplina generale e delega per l'applicazione delle sanzioni amministrative di competenza regionale).
6. Per le sanzioni di cui al comma 4 si applicano le disposizioni sulla diffida di cui all'articolo 1 del decreto legge 24 giugno 2014, n. 91 (Disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonché per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea), convertito dalla legge 11 agosto 2014, n. 116.
Art. 12 (Sospensione e cessazione dell'attività)
1. Nel caso di accertamento di una delle violazioni indicate al comma 3 dell'articolo 11, il Comune sospende l'esercizio dell'attività enoturistica per un periodo compreso tra i dieci e i trenta giorni. Qualora l'operatore enoturistico commetta un'altra violazione, tra quelle indicate al comma 3 dell'articolo 11, nei due anni successivi, il Comune dispone la sospensione dell'attività per un periodo da quindici a quaranta giorni.
2. In caso di reiterazione di una delle violazioni di cui al comma 3 dell'articolo 11, il Comune dispone la cessazione dell'attività.
3. I provvedimenti di sospensione e di cessazione sono comunicati al Prefetto per gli effetti di cui al quarto e quinto comma dell'articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616 (Attuazione della delega di cui all'art. 1 della legge 22 luglio 1975, n. 382).
4. I provvedimenti di sospensione e cessazione sono comunicati altresì alla struttura organizzativa regionale competente.
Art. 13 (Disposizioni transitorie)
1. Le aziende già in attività non presentano una nuova SCIA ai sensi dell'articolo 8 e si adeguano alle disposizioni di questa legge entro dodici mesi dalla entrata in vigore della stessa.
Art. 14 (Invarianza finanziaria)
1. Dall'applicazione di questa legge non derivano nuovi o maggiori oneri per il bilancio regionale. Alla sua attuazione si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie previste dalla legislazione vigente.
Art. 15 (Norma finale)
1. Per quanto non previsto da questa legge si applicano le disposizioni dei commi 502, 503, 504 e 505 dell'articolo 1 della legge 205/2017 e del decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali e del turismo del 12 marzo 2019.

domenica 5 dicembre 2021

Editto proibitivo della pesca con le paranze in Adriatico, anni 1773-1774

"Fermo pesca" d'altri tempi, in Adriatico.
Prima di trattare dell'Editto proibitivo, occorre fare una premessa al fine d'inquadrare lo stato dell'arte della pesca in Adriatico in quel periodo storico.
Nel corso del XVII secolo alcuni pescatori provenzali fecero il loro ingresso in Adriatico introducendovi una tecnica di pesca già molto diffusa nel Tirreno, per la quale veniva usata una grossa rete a strascico trainata da una sola imbarcazione di grosse dimensioni, detta tartana.
Successivamente si sviluppò la pesca cosiddetta alla gaetana, ovvero del modo di pescare a coppia con due barche (paranze) che tiravano appaiate una lunga rete a strascico a maglie fitte.
La rete delle gaetane, pur simile a quella delle tartane, fu modificata per aumentarne il potenziale di cattura: oltre ad avere le maglie molto più strette rispetto a quella usata dalle tartane, aveva il sacco che si restringeva al fondo, in modo da intrappolarvi i pesci una volta entrati.
Nel corso del XVIII secolo la pesca a coppia si diffonde rapidamente lungo tutte le coste tirreniche e, successivamente, in Adriatico, incontrando spesso l’opposizione dei Governi che, con provvedimenti tesi a garantire la conservazione della risorsa ittica, intesero limitare i periodi di attività e imporre la dimensione minima delle maglie delle reti, al fine di garantire la continuità, nel tempo, della pesca.
In realtà, più che generati da una precoce sensibilità ambientale, tali provvedimenti restrittivi nei confronti della pesca alla gaetana furono l’effetto di una diffusa pressione esercitata da categorie sociali con interessi diversi: mercanti di aringhe, proprietari delle imbarcazioni grandi, pescatori costieri che esercitando una pesca tradizionale con mezzi e strumenti rudimentali traevano in questo modo il proprio sostentamento.
Andiamo ora a trattare delle vicende dell'Editto.
Emanazione dell’editto "Proibitivo della Pesca a due, ossia con le Paranze, nelle Spiagge dell’Adriatico", emanato dal tesoriere generale dello Stato Pontificio, Cardinal Guglielmo Pallotta, il 23 luglio 1773.
Con esso si proibiva di «pescare di conserva, ed a coppie, ossia con rete unita a due barche, dal giorno primo d’Aprile fino al dì 15 Settembre, intervallo di tempo in cui i pesci depongono le loro ova, o almeno s’avanzano a crescere in grandezza secondo la loro specie».
L’applicazione dell’editto fu però aspramente contestata da tutta la popolazione della costa interessata.
Alle petizioni e memorie dei diretti interessati, volte a dimostrare l’assoluta innocuità del sistema di pesca a paranza, si unirono anche le suppliche di autorevoli ecclesiastici.
Pertanto, malgrado il carattere talora aspro del confronto, l’esito finale fu la mediazione.
L’editto fu infatti dapprima sospeso e successivamente, nel 1774, revocato.
Nella memoria presentata per chiederne la sospensione, l’impianto accusatorio contenuto nell’editto viene puntualmente demolito con “dimostrazioni” finalizzate a provarne l’infondatezza, non prima però di aver fatto rilevare come «le piissime intenzioni», che avevano informato i princìpi contenuti nell’editto e che erano finalizzate al «conseguimento del pubblico bene», avessero invece finito per favorire interessi privati.
Con questa linea difensiva, dalla logica impeccabile, si vollero in definitiva portare alla luce le ragioni reali che avevano indotto all’emanazione dell’editto, le quali, pur motivate anche da «lodevoli» intenzioni finalizzate alla conservazione della risorsa ittica, celavano al contempo la difesa di interessi particolari.
L’editto, in definitiva, aveva finito per giovare ai «negozianti di aringhe» che vedevano sottrarsi quote di mercato sempre più consistenti dalla maggiore disponibilità di pesce fresco, favorendo anche coloro che ancora esercitavano la pesca con le vecchie tartane e tartanoni, mentre gettava nella disperazione l’intera popolazione costiera «che unicamente vive coll’esercizio di detta pescagione»
La vicenda è raccontata nel volume "di Sole in Sole" e ricavata da documenti A.S.F. (Archivio di Stato sezione di Fermo).
"Osservazioni di fatto e di ragione sulla proibizione delle paranze a coppie in mare Adriatico, per le comunità della provincia, dal fiume Tronto al Potenza.
Impedire per 6 mesi dal 1° aprile al 15 settembre l'uso delle paranze, è un divieto che piace ai negozianti di aringhe e di salumi, i quali odiano l'abbondanza di pesci freschi, perchè più agevolmente spacciano i salati.
Si sentono invece rovinate 2500 persone al Porto di Fermo (6000 circa in tutto il distretto), che di pesca vivono, con una ventina di coppie di questi legni leggerissimi provvisti di una sola vela.
Non si fabbricano più tartane; ce n'erano 24 ma gli utili non coprivano le spese di manutenzione (canapa, chiodaria, pegola, catrame ed altro, per circa 1000 scudi d'investimento, più del doppio del costo di due paranze).
Questa gente marinara non potendo digiunare per 6 mesi, finirebbe per rendersi maleficiosa, depredando aje e casali.
Inoltre dalla pesca traggono le loro elemosine ordini religiosi di frati e di paolotte, che per istituto aborriscono carni e latticini.
Il Pubblico Consiglio del Porto si riunisce nel febbraio 1774 al suono della campana e a voto segreto decide di essere dalla parte dei pescatori, mentre a Fermo commentano: "cum nautica turba genus sit hominum legibus indomitum pariter, ac rapacissimum (poiché l'equipaggio nautico è una razza umana a sè stante, risulta parimenti indomito e inosservante delle leggi)".
Questa cattiva reputazione della "nautica turba", merita una spiegazione, che introduco a latere della vicenda esposta da "di Sole in Sole".
Gli Statuta Firmanorum (normativa statutaria della città di Fermo), imponeva prescrizioni restrittive che lungamente condizionarono le attività produttive e commerciali legate alla pesca, causando spesso controversie tra le categorie interessate e le autorità di governo.
Ad esempio, si concentrava la vendita di tutto il pescato sulla piazza principale della città di Fermo, imponendo a tutti i pescatori, sudditi e forestieri, che esercitavano la pesca dal Tronto al Potenza, di commercializzare il prodotto esclusivamente nel luogo deputato.
Si prescriveva inoltre che tutto il pesce fresco, giunto nella città di Fermo, dovesse essere venduto al minuto dagli stessi pescatori e non da altri; per tradizione, che si manterrà sino al Settecento, ogni barca aveva il proprio "parzionevole" ovvero il pescivendolo incaricato di occuparsi della vendita del pescato di ogni imbarcazione.
Le norme restrittive e il regime daziario al quale la pesca, con i suoi mezzi e il suo prodotto veniva sottoposta, riflettono chiaramente la pretesa delle autorità cittadine di esercitare il totale controllo non solo sul prodotto della pesca, ma anche sui luoghi e le figure dello scambio, nel tentativo di contrastare ogni forma di commercio fraudolento e limitare l’evasione fiscale; ma proprio a causa di tali provvedimenti restrittivi e della connessa inefficiente attività di controllo, andò sviluppandosi il commercio di contrabbando, fatto cioè al di fuori del luogo deputato, che alimentò l'evasione fiscale.
Da qui la reputazione pessima della "nautica turba".
Il Pubblico Consiglio adotta la seguente risoluzione a favore dei pescatori.
Tutto l'avere dei pescatori sta in questa pesca con le paranze a due: qui è la loro vigna, qui il granaio e la biada e l'erario loro.
Con quella pagano i dazi.
Mancando quella, manca loro la biada, il grano, il vino e la maniera di corrisponder, anzi ad un tratto manca tutto, mancando l'arte ereditata dagli Avi quasi per patrimonio.
Il campo loro è il mare e poichè il Porto di Fermo è privo di territorio, agli abitanti suoi servono le acque invece di terre e di poderi, e frutta ad essi la sabbia sterile, la vela, il vento.
Duemila e cinquecento persone nello stesso Porto si mantengono con l'uso delle paranze unite e con il commercio del pesce che da quelle si raccoglie.
Altre sono impiegate nel navigare e regolare i legni, altre nel fabbricarli e ripararli, altre nei lavori delle reti, delle funi e di simili arnesi, altre nella vendita e trasporto dei pesci che girano per la Marca e per l'Umbria.
Se a tutte queste persone si toglie l'industria nella quale è nata, allevata e cresciuta, si toglie tutta la sostanza e la maniera di conservarsi.
Questa è dunque l'utilità di tanto popolo, dalle cui mani si strapperebbe l'arte ereditata dai propri Avi.

lunedì 22 novembre 2021

Olive Gregori oil tasting, Vinea Qualità Picena

Nell'ambito del progetto Piceno Open-Vinea Qualità Picena, promosso da Vinea Società Cooperativa Agricola e finanziato da Psr Marche 2014/2020 sottomisura 3.2.a. degustazione di oli extra vergine d'oliva dell'azienda "Olive Gregori" di Montalto Marche (AP).
La manifestazione si è svolta nei locali dell'Enoteca Regionale Marche ad Offida (AP), venerdì 19 novembre 2021.
"Oro verde, nicchie di mercato"
La famiglia Gregori ha terreni di proprietà destinati per circa sessanta anni a coltura cerealicola, vigneto, oliveto, frutteto.
Nel 2009 la famiglia decide di dare un'impronta moderna e territoriale all'attività agricola, destinando l'intera proprietà alla coltivazione dell'oliva Ascolana Tenera Dop, impiantando oltre 1000 olivi e realizzando un laboratorio di trasformazione dell’oliva Dop in salamoia di circa 400mq. di superficie, che ha consentito di chiudere in azienda la filiera produttiva dell’ascolana tenera.
Per tradizione nella salamoia viene aggiunto finocchio selvatico e sale nella concentrazione dell’8% per garantire la conservazione delle olive per oltre un anno.
Prima di essere consumate, possono essere dissalate immergendole in acqua fresca per un po' di tempo, a seconda del grado di salinità che si preferisce.
Nel 2016 l’azienda amplia i propri terreni olivati, arrivando a gestire 2000 piante dislocate nei comuni di: Rotella, Lapedona e Montalto delle Marche.
Dal 2017 l’azienda dispone di un frantoio proprio, dove vengono portate solo le migliori olive, che vengono frante ed estratte nella giornata stessa della raccolta.
L'autorizzazione da parte degli enti certificatori delle denominazioni d'origine protette, arriva nel 2014 ed è appunto a partire da questo anno che l'azienda ha potuto commercializzare oliva in salamoia e olio EVO monocultivar di ascolana tenera Dop.
Ricordiamo che l’ascolana tenera ha ottenuto il marchio Dop nel 2005, che deve sottostare ad un Disciplinare di Produzione che norma tutte le fasi, dalla coltivazione alla trasformazione alla commercializzazione, sottoposte a verifiche periodiche da parte dell'ASSAM (Agenzia Servizi Settore Agroalimentare Marche), ente certificatore designato dal Mipaaf.
Abbiamo testato tre oli extra vergine d'oliva, commercializzati in confezioni da 250 ml. o 500 ml. con prezzi compresi tra € 9 e € 35, reperibili sullo shop on line aziendale o in esercizi che si occupano di prodotti tipici come ad esempio Enoteca Regionale Marche ad Offida (Ap).
Monovarietale di Rosciola
La cultivar Rosciola è un'impollinatrice dell'Ascolana Tenera, è una varietà molto morbida che va raccolta precocemente già a metà settembre per evitare che si sfaldi andando così incontro ad ossidazioni.
Questo olio si dimostra intenso di profumi e sapori, oserei dire pungente; sviluppa gusti e profumi di tipo vegetale che ricordano la foglia di pomodoro, l'erba sfalciata, tende all'amaro e al piccante in deglutizione (a tale proposito ricordo che amaro e piccante sono caratteri distintivi della qualità).
Olio deciso.
Monovarietale di Lea
La varietà Lea è impollinatrice dell'Ascolana Tenera, è autoctona del Piceno, ma quasi scomparsa a causa della scarsa produttività e delle difficoltà di gestione della pianta.
La raccolta avviene nel mese di ottobre, quindi è leggermente ritardata rispetto a Rosciola e Ascolana Tenera.
Quest'olio ha un fruttato medio/intenso, sviluppa note di carciofo e mandorla, ha un impatto meno deciso sui recettori sensoriali, sia in fatto di profumi, che di amaro o di piccante in bocca.
Olio delicato.
Monovarietale di Ascolana Tenera
Quest'olio è ricco di polifenoli altamente degradabili a contatto con luce e ossigeno e per questo motivo viene imbottigliato in acciaio inossidabile, ha bassa acidità, aromi fruttati e vegetali che ricordano il pomodoro, la mandorla, il carciofo, l'erba sfalciata, ha un buon dosaggio di amaro e di piccante, tale da porlo a livello intermedio tra i due precedenti oli, perlomeno per ciò che concerne l'intensità.
Olio equilibrato.
Olive Gregori
Contrada Lugugnano 26, Montalto delle Marche (Ap)
+39 335 5430046
info@olivegregori.it
https://www.olivegregori.it/

mercoledì 10 novembre 2021

Appassimenti Aperti in Piazza 2021, Serrapetrona

Serrapetrona torna a celebrare la Vernaccia Nera.
Nelle domeniche del 14 e del 21 novembre appuntamento con “Appassimenti aperti_in piazza”.
Un evento organizzato dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini.
Serrapetrona 10 novembre 2021- Serrapetrona (Mc) torna a brindare con il suo prodotto principe, il vitigno autoctono Vernaccia Nera.
Dopo lo stop dello scorso anno dovuto alla pandemia, la storica manifestazione “Appassimenti aperti” riparte nelle domeniche del 14 e del 21 novembre, seppur con un’edizione diversa che si svolgerà in piazza e lungo le vie del borgo.
L’evento è organizzato dall'Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt) nell’ambito del piano di promozione sostenuto dal Programma di Sviluppo rurale 2014 – 2020 (misura 3.2) della Regione Marche, in collaborazione con il Comune di Serrapetrona.
Un’edizione - dice Alberto Mazzoni, direttore di Imt – tutta incentrata sul gusto dei vini ottenuti dal vitigno autoctono Vernaccia Nera, vini che grazie ad un processo di produzione interamente concentrato in questa piccola zona del maceratese sono la massima espressione della tipicità. Si potranno degustare i due volti di questo vitigno: la Vernaccia di Serrapetrona Docg, versione spumantizzata con il suo metodo di lavorazione assolutamente unico che prevede tre fermentazioni, e il Serrapetrona Doc, vino fermo che con le sue sfumature speziate ben esprime la particolarità di questi vini”.
L’incantevole borgo marchigiano, incastonato sui Monti Azzurri, si riempirà dei profumi e dei sentori dei vini da Vernaccia nera.
In piazza saranno allestiti gli stand per le degustazioni per apprezzare le diverse qualità di questa perla della produzione marchigiana: saranno presenti le cantine Alberto Quacquarini, Fontezoppa, Colleluce, Terre di Serrapetrona, Podere sul Lago, Vitivinicola Serboni.
Eccellenza vitivinicola, gusto, tradizioni, cultura: queste due domeniche saranno l’occasione per vivere il meglio del territorio di Serrapetrona.
In piazza anche street food e le golosità gastronomiche a chilometro zero che meglio si sposano con i vini da Vernaccia Nera secca e dolce, dai salumi ai dolci della tradizione.
Lungo le vie del borgo si snoderà poi il mercatino dell’artigianato, con creazioni dal vivo dei maestri artigiani.
A rendere ancora più festosa l’atmosfera, ci saranno gruppi folk e artisti di strada.
Da non perdere, tra le proposte per conoscere il patrimonio culturale di Serrapetrona, la straordinaria mostra paleontologica “Fossili, il passato ritrovato”, appena inaugurata a Palazzo Claudi.
Per l’edizione di quest’anno della manifestazione non sono previste visite organizzate in cantina né navette per gli appassimenti.
È possibile contattare i singoli produttori per verificare eventuali orari d’apertura http://www.appassimentiaperti.it/le-cantine.html 
Appassimenti aperti_in piazza
Domenica 14 e domenica 21 novembre 2021 - Serrapetrona (Macerata)
Apertura stand: dalle ore 10 alle 19.
www.appassimentiaperti.it
info@appassimentiaperti.it
info@comune.serrapetrona.mc.it
tel: 0733.908321 (Comune di Serrapetrona)

domenica 7 novembre 2021

Le Vie di Bacco 2021, Ripatransone

Con l'autunno la città di Ripatransone (AP) torna ad essere percorsa sulle Vie di Bacco.
Prende il via dal 13 novembre e fino al 12 dicembre la storica iniziativa che celebra le eccellenze enogastronomiche ripane proposte dai ristoratori e dalle cantine vitivinicole del belvedere del Piceno.
La manifestazione, giunta alla sua 26ª edizione, vede per il 2021 la seguente proposta.
Ogni ristorante offre un menù degustazione con un costo che varia da € 25 a € 30, nel costo del menù è compresa una bottiglia di vino ogni due persone, a scelta tra le proposte base; inoltre una selezione di Vini Premium per degustare i migliori prodotti del territorio.
Scoprite i ristoranti e le aziende aderenti.
Ristoranti:
• Barone Rosso
• La Piazzetta - Hotel&Resort "i Calanchi"
• La Cascina dei Ciliegi
• La Contrada
• Lu Cuccelò
• Hotel Piceno Trattoria33
• Romano 1973
Cantine Vitivinicole:
• Cantina dei Colli Ripani
• Le Caniette
• Damiani
• La Fontursia
• Numa
• San Michele a Ripa
• Tenuta Cocci Grifoni
• Tenuta Santori
Novità 2021: nella serata di Sabato 11 dicembre i vini saranno serviti e presentati dai sommelier di Piceno Sommelier.
Maggiori dettagli sui menù:
Contatta i Ristoranti per prenotare:
Barone Rosso: 0735 9442 - 3408701971
La Piazzetta - Hotel&Resort "i Calanchi": 0735 90244
La Cascina dei Ciliegi: 0735 90606 - 3477301343
La Contrada: 0735 90552 - 3475134333
Lu Cuccelò: 0735 99766 - 3483815186
Hotel Piceno Trattoria33: 0735 9418 - 3773838800
Romano 1973: 0735 97132 - 3483386586
Info: viedibacco.comuneripatransone.com 🍷

sabato 30 ottobre 2021

Dolci fatti in casa, cornetti farciti low cost

Ricette dolci, semplici, veloci.
Fagottini da pucciare nel latte in prima colazione o secondo gusti.
Ingredienti:
- 1 uovo
- 50 g.lievito di birra
- 1 bicchiere di latte
- 2 hg. burro
- 4 cucchiai zucchero
- farina q.b.
Procedimento:
Sbattere l'uovo con lo zucchero.
Aggiungere il latte tiepido in cui è già stato sciolto il lievito, quindi il burro sciolto ma non caldo.
Aggiungere la farina per rendere il composto consistente e lavorabile manualmente, fino ad ottenere una massa compatta da stendere col mattarello; tagliarla a spicchi su cui mettere marmellata di frutta o cioccolato spalmabile alla nocciola.
Arrotolare gli spicchi verso l'interno curando di sigillare i bordi per evitare fuoruscite.
Attendere un paio d'ore di lievitazione e infornare a 180° fino a doratura.

martedì 19 ottobre 2021

Sibillini in Rosa 2021 celebra la Mela Rosa, Grand Tour delle Marche by Tipicità

Il 30 e 31 ottobre, tappa del Grand Tour delle Marche ai piedi dei Monti Sibillini.
La mela rosa è donna.
Al via la festa del frutto di montagna ancestrale.
Montedinove (AP)
panoramica
Ci sono tanti motivi per scegliere di fare una visita a Montedinove nell’ultimo week end di ottobre: il policromatico foliage dei boschi a ridosso del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, un borgo delizioso che sembra uscito da un set televisivo, la cordialità della comunità locale che ti fa sentire cittadino temporaneo in un batter d’occhio.
Ma soprattutto c’è lei, antica e misteriosa: la “signora” mela rosa, indiscussa protagonista di Sibillini in Rosa, una manifestazione dedicata a questo prelibato frutto plurimillenario, giunta all’undicesima edizione, che si svolge nel fine settimana del 30 e 31 ottobre a Montedinove, appunto, in provincia di Ascoli Piceno, nell’estremo limite meridionale delle Marche.
Presso gli stand gastronomici allestiti all’interno del suggestivo centro storico sarà possibile assaggiare i piatti di stagione e le ricette tradizionali del territorio realizzate, non solo con la mela rosa, ma anche con gli altri doni del bosco e della campagna.
Il mercatino dei prodotti tipici, invece, è il regno dei frutti della terra e di autentiche specialità introvabili al di fuori di questo esclusivo territorio.
La festa sarà animata dalla rassegna “Sibillini in arte”, con performance di artisti di strada.
Sabato e domenica mattina sono in programma due importanti approfondimenti dedicati, il primo all’unicità della mela rosa ed alle sue incredibili proprietà, mentre l’altro alle aree interne d’Italia, veri e propri forzieri di vita salubre.
Il clou dell’evento è atteso per domenica pomeriggio, con gli sbandieratori ed i musici della storica Quintana di Ascoli Piceno e con un inedito cooking show proposto dall’Accademia di Tipicità, che vedrà protagonista Maria Vittoria Griffoni, “in arte” La Cheffa, estrosa cuoca e globetrotter particolarmente apprezzata per il suo stile di cucina natural da Jovanotti, al punto da volerla al suo fianco durante le tournée.
Con lei si esplorerà la versatilità della mela rosa in cucina, in un colloquio goloso, da donna a donna, che promette curiose sorprese.
Promossa dall’Amministrazione comunale del suggestivo borgo dell’Ascolano, Sibillini in Rosa è una tappa del Grand Tour delle Marche, il circuito di eventi di Tipicità ed ANCI Marche che, grazie alla partnership progettuale con Banca Mediolanum, è stato inserito su AWorld, l’app selezionata dalle Nazioni Unite a supporto della campagna contro il cambiamento climatico ActNow.
Stimolare comportamenti quotidiani che minimizzino l’impronta ambientale e sensibilizzino sugli aspetti sociali, utilizzando la bussola degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 ONU: questa la mission dell’app, che dopo soli 10 mesi dal lancio ha già promosso, in tutto il mondo, oltre 3 milioni di azioni individuali virtuose.
Diventando membro del “Team Grand Tour delle Marche”, si partecipa alla challenge AWorld anche a Montedinove, scoprendo gli eventi e contribuendo al raggiungimento dell’obiettivo della sfida: 30.000 buone azioni entro il 14 novembre (diventa un membro del team).
Tutte le info sulla manifestazione su:
www.tipicitaexperience.it

lunedì 18 ottobre 2021

Sace a Vinitaly Special Edition per sostenere l’export del vino italiano

Nei primi sette mesi del 2021 le esportazioni italiane di vino hanno registrato un +14,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso e un +10,7% rispetto ai primi sette mesi del 2019, per un valore che ha raggiunto i 4 miliardi di euro: lo afferma SACE (società assicurativo/finanziaria a partecipazione pubblica, specializzata nel sostegno alle imprese) nell'approfondimento "Un export da bere: segnali di ottimismo per i vini italiani all’estero", presentato in occasione del convegno "Vino e Spirits: le sfide di un’eccellenza italiana" al Vinitaly Special Edition 2021 organizzato da Veronafiere. 
Vinitaly Special Edition 2021 Veronafiere_Ennevifoto
Verona, 18 ottobre 2021. Il 2021 è un anno di ripartenza per il vino italiano, dopo un 2020 che, complice la pandemia, ha ridisegnato i consumi e soprattutto le modalità di acquisto e ha spinto verso scelte di vini più local, biologici, con un forte legame col territorio.
È quanto emerso dal convegno «Vino e Spirits: le sfide di un’eccellenza italiana. Il cambiamento strutturale delle imprese e dei consumi nello scenario post pandemico».
I dati dei primi sette mesi del 2021 fotografano una crescita significativa dell’export italiano di vino, nell’ordine del +14,5% su base tendenziale e del +10,7% sullo stesso periodo del 2019, per un valore che ha raggiunto i 4 miliardi di euro.
Gli Stati Uniti si confermano il primo mercato di destinazione, seguiti da Germania, Svizzera e Canada, mercati di riferimento per il vino italiano.
«La crescita robusta ci porta a confermare una strategia a due livelli per affrontare i mercati esteri e cogliere elementi di domanda più strutturale – analizza Alessandro Terzulli, Chief economist Sace -. Da un lato è indispensabile presidiare i mercati in crescita, come Stati Uniti e Germania e dall’altro è necessario indirizzare gli sforzi per affermarsi su aree con grande potenziale di crescita come i mercati cinese e giapponese, oppure spingendo su mercati di proporzioni più piccole, ma con una crescita rapida come Vietnam e alcuni Paesi del Nord Europa».
A livello di performance regionali, il Veneto trascina l’export di vini con un valore di 1,1 miliardi di euro fra gennaio e luglio 2021 (+12% su gennaio-luglio 2020), seguito dal Piemonte (572 milioni di euro di export, +22,3% tendenziale), dalla Toscana (536 milioni venduti oltre i confini italiani, per una crescita del 17,2% a confronto di gennaio-luglio 2020), dal Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna.
Sono cambiate anche le modalità di acquisto da parte dei consumatori, con l’esplosione nel 2020 dell’e-commerce e la crescita della grande distribuzione organizzata, ma anche – rileva Enzo Risso, direttore scientifico di Ipsos - «con una spinta alla naturalezza, con attenzione in particolare al vino biologico e ai prodotti green».
Al convegno ha partecipato anche il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese, che su Vinitaly Special Edition parla di una scommessa vinta. «La decisione è stata presa in una fase ancora di grande incertezza per il mondo fieristico, ma come Veronafiere volevamo essere vicini al mondo del vino con fatti concreti. È una bella edizione e la pandemia ha accelerato alcune dinamiche di un certo tipo, ma la scelta di aver orientato Vinitaly Special Edition verso un pubblico esclusivamente business è risultata vincente».
Oggi «le aziende devono affrontare nuove sfide e il salto da compiere è innanzitutto di tipo culturale, dal momento che il tessuto imprenditoriale è dato da realtà piccole e pmi familiari – è l’opinione di Oriana Romeo, Sector Specialist dell’Area studi di Mediobanca -. Le aziende vitivinicole che hanno ottenuto risultati migliori sui mercati internazionali sono, in realtà, quelle più organizzate e meglio strutturate sul piano dimensionale. Certo, in futuro il brand aziendale e quello territoriale saranno sempre più strumenti di tutela e di valorizzazione».
A livello di scelta all’acquisto, prosegue Risso, «il consumatore prima si orienta verso la denominazione che vuole acquistare e dopo si orienta sulle cantine, ma all’interno della denominazione individuata».
Sono intervenuti nella tavola rotonda sulle «Sfide, opportunità e soluzioni del settore», Riccardo Pasqua, ceo di Pasqua Vigneti; Elvio Bonollo, Distillerie Umberto Bonollo; Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere; Mario Bruni, direttore Mid Corporate Sace.
Proprio da Bruni sono arrivati i consigli alle imprese in questa fase delicata di ripartenza. «Il primo consiglio è l’innovazione, che resta fondamentale: ci sono un’infinità di nuovi canali per la vendita, abbiamo visto, e vanno presi in esame – afferma Bruni -. Il secondo suggerimento è l’integrazione della filiera: dobbiamo essere più forti, perché la competizione è a livello mondiale. I nostri prodotti devono competere a livello mondiale, con realtà che producono anche altri spirits. La terza azione su cui basare la ripartenza è l’export e la Sace è qui per sostenere le aziende nel loro percorso di internazionalizzazione».

mercoledì 13 ottobre 2021

Vite gigante a Pedaso

Nel comune di Pedaso (Fm) in regione Marche, possiamo trovare questa vite straordinaria in fatto di altezza: due piani di vite ultracentenaria alta circa dodici metri, con pergolato sul terrazzo.
Questa vite è l'unica rimasta nel paese.
Parecchi anni fa, quando ancora le costruzioni erano di altezza limitata, ogni casa aveva la sua vite; poi le questioni condominiali e urbanistiche prevalsero, determinando la perdita definitiva di un patrimonio naturale assolutamente originale.
Rimane questa memoria storica, legame culturale tra l'attività di pesca prevalente e l'agricoltura delle origini.
Pare che già nel 1903 questa vite avesse un'altezza pari al primo piano della casa.
Nessuno in paese è attualmente in grado di definirne esattamente l'età.
Quello che è certo, è che gode di ottima salute e produce uva da tavola, tipologia moscato, in quantità industriale.
In tema di viti giganti, pare che la vite più grande del mondo si trovi in Alto Adige, in provincia di Bolzano, nel comune di Tesimo, frazione Prissiano, a circa 600 metri sul livello del mare; si chiama Versoaln, misura 32 centimetri di diametro e ha circa 300 metri quadri di estensione.
Per ulteriori informazioni su Versoaln
https://www.wineshop.it/it/blog/qual-e-la-vite-piu-grande-al-mondo.html

giovedì 7 ottobre 2021

Life of Wine 2021, Roma

Decima edizione di Life of Wine.
Oltre 120 vecchie annate, oltre 200 grandi etichette, oltre 60 grandi cantine.
Domenica 10 ottobre 2021 Hotel Villa Pamphili, Roma.
Ore 10.30 - 13.30 per stampa, operatori e sommelier.
Ore 14.30 – 20 pubblico.
Domenica 10 ottobre si terrà l'attesissima X edizione di Life of Wine, evento vinicolo unico nel suo genere che porterà nella capitale un'attenta selezione di cantine italiane ed in assaggio alcune delle loro rare e preziose vecchie annate.
Da un'idea di Studio Umami e Roberta Perna Comunicazione Enogastronomica, agenzie di Firenze specializzate in comunicazione e organizzazione di manifestazioni enogastronomiche e con il prezioso supporto del giornalista Maurizio Valeriani impegnato a rafforzare la selezione delle aziende, Life of Wine si riconferma, con il suo format particolare, una manifestazione unica nel suo genere.
Come ogni anno, infatti, ogni cantina presente al banco di assaggio, porterà in degustazione, di almeno una etichetta tra le più rappresentative, l'annata in commercio ed almeno due vecchie annate.
Saranno oltre 60 le realtà presenti, oltre 120 le vecchie annate che si potranno assaggiare, ed oltre 200 i vini in degustazione, tra bollicine, bianchi, rosati e rossi.
Dal nord al sud del Bel Paese, passando anche per le isole, si potrà così conoscere nel calici non soltanto l'evoluzione del vino con il tempo, ma anche la storia delle cantine presenti.
Novità di quest'anno sarà la nuova location: ad ospitare infatti il X compleanno di Life of Wine sarà l'Hotel Villa Pamphili, storica struttura della Capitale nel verde del Parco di Villa Pamphili che aprirà le porte a produttori e pubblico nella nuova veste disegnata dai recenti lavori di restyling.
I numeri che hanno accompagnato negli anni l'evento, che ha visto la partecipazione di alcune tra le più note aziende italiane e la degustazione di spesso introvabili vecchie annate di grandi vini, testimoniano una crescita esponenziale in termini di partecipazione e qualità del pubblico: l’ultima edizione – svoltasi all'Hotel Radisson Blu di Roma il 18 ottobre 2020 – ha visto la presenza di oltre 50 cantine da tutta Italia, facendo registrare, nonostante le restrizioni causate dalla situazione sanitaria, più di 350 ingressi con oltre 150 operatori di settore e 70 rappresentanti della stampa specializzata.
Dalla settima edizione, invece, fino alla VIII, Life of Wine ha toccato numeri pari a 650 ingressi.
Orari
- I turno, dalle ore 10.30 alle ore 13.30: ingresso riservato a stampa, operatori e sommelier
- II turno, dalle ore 14.30 alle ore 17.00: apertura al pubblico (+ stampa e operatori)
- II turno, dalle ore 17.30 alle ore 20: apertura al pubblico (+ stampa e operatori).
L'organizzazione si adopererà per soddisfare tutti i protocolli richiesti per l'emergenza Covid-19.
Il costo d'ingresso – con possibilità di assaggio di tutti i vini presenti - è di 25 euro (ridotto 20 euro con tessera sommelier da presentare all'entrata), omaggio per operatori (una entrata ad esercizio), stampa, blogger ed influencer con richiesta di accredito.
L'accredito avrà validità soltanto una volta confermato via mail dall'organizzazione.
Per fare richiesta di accredito sarà possibile scrivere a Stampa per giornalisti, blogger ed influencer, o a Operatore per ristoratori.
Per maggiori dettagli sulla procedura accrediti: https://www.lifeofwine.it/accrediti/ 
Info e lista delle aziende presenti:
329.9293459 - 347.0613646 | info@studioumami.com
https://www.lifeofwine.it/vini-e-aziende-2021/

lunedì 4 ottobre 2021

Di Vino in Tavola Gusto Infinito, vini e sapori tra Fermano e Ascolano

Quindici le serate enogastronomiche tra Fermano e Ascolano.
Presentato il circuito dei vini e dei sapori promosso dalla Regione Marche.
Fare in modo che i produttori vengano conosciuti dai commercianti”, afferma Mirco Carloni.
Alla presenza Mirco Carloni, Vicepresidente ed Assessore all’agricoltura della Regione Marche, al ristorante Haus di San Benedetto del Tronto è stato ufficialmente presentato il circuito di serate enogastronomiche “Di Vino in Tavola-Gusto infinito” che, fino a novembre, promuove e valorizza 15 ristoranti del Fermano e del Piceno e ben 43 cantine marchigiane.
Il progetto, coordinato da Sergio Spinelli, mette in contatto diretto ristoranti e aziende vitivinicole, generando nuovi rapporti orizzontali tra due comparti che finora non hanno dialogato abbastanza.
L’iniziativa è parte integrante del più ampio programma dall’evocativo titolo “Marche, dalla vigna alla tavola”, nell’ambito del quale la Regione Marche ha approvato ben 21 progetti.
Si tratta di un piano di marketing territoriale che produrrà ricadute positive su tutto il territorio regionale, in quanto lo coinvolge capillarmente in tutte le sue sfaccettature.
Il fine perseguito è quello di promuovere i vini a denominazione d’origine in abbinamento ai prodotti agroalimentari a marchio ed ai locali di ristorazione che interpretano i sapori marchigiani.
L’obiettivo strategico è garantire alle Marche un ruolo più attivo e riconoscibile sia in Italia che all’estero, valorizzando le produzioni di qualità.
Nelle Marche vogliamo rilanciare i nostri produttori di vino attraverso i ristoranti, gli alberghi, i bar, le agenzie di viaggio e le agenzie di comunicazione”, ha affermato Mirco Carloni, aggiungendo: “Riteniamo che il modo migliore per aiutare le imprese agricole sia quello di promuovere il consumo dei prodotti marchigiani e di farli conoscere. Partendo dal progetto “Marche, dalla vigna alla tavola”, che comprende 341 eventi in tutta la regione, vogliamo fare in modo che i produttori vengano conosciuti dai commercianti e che ci sia una grande collaborazione”.
Il Vicepresidente Carloni ha poi anticipato che: “Da questa prima esperienza nasce un movimento che si chiama “enoturismo.” Dobbiamo essere bravi a far sapere che il nostro entroterra, così come la nostra costa, insieme aggiungeranno un'esperienza all’interno della proposta di vacanza di chi verrà nelle Marche per conoscere la nostra agricoltura e i nostri prodotti. Crediamo che l'enoturismo rappresenterà il futuro della nostra regione”.
Il programma, promosso con la collaborazione di Angelo Serri e della squadra di Tipicità, prevede anche speciali itinerari turistici per immergersi nelle comunità dove le nostre eccellenze vengono prodotte, per conoscere da vicino gli “autori” delle produzioni tipiche e di qualità.
Tutti i protagonisti del circuito “Di vino in Tavola” sul sito ufficiale:
www.gustoinfinito.it
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venerdì 24 settembre 2021

Tipicità in Blu 2021, Ancona

Al via Tipicità in Blu, nella nuova dimensione phygital.
Cinque giorni di immersione nel blu, tra nautica, cantieristica, minicrociere, incontri con la scienza del mare, cultura delle comunità marinare, assaggi di Adriatico e di terra.
Mole Vanvitelliana
Al via ad Ancona, dal 29 settembre al 3 ottobre, l’ottava edizione di Tipicità in Blu, il festival dove il mare incontra le persone.
Tipicità in blu è cibo, nautica, pesca, sport, turismo e cultura. Ancona, la città a gomito protesa sul mare, si trasforma in un grande laboratorio da godere nel blu dipinto di blu.
Promossa dal Comune di Ancona e Fondo Mole Vanvitelliana in collaborazione con una nutrita squadra di partner, con la regia di Tipicità e la partnership di Banco Marchigiano, Tipicità in Blu coinvolge attivamente tutta la città ed i suoi luoghi iconici strettamente legati al mare e alle sue attività più caratteristiche, come la Mole Vanvitelliana e Marina Dorica, ma anche il centro, con l’organizzazione dei circuiti di locali che offrono speciali menù in blu ed aperiblu.
Tipicità in Blu 2021 è phygital, la nuova dimensione nella quale vivere le proposte del palinsesto in presenza fisica oppure attraverso la piattaforma www.tipicitainblu.it che, insieme ai canali social della manifestazione, consente di fruire dei contenuti in diretta o in streaming.
Un ricco e variegato “menù” che prevede giornate professionali.
E poi, il Festival.
Le giornate della blue economy, dal 29 settembre al 1° ottobre, esplorano la prospettiva blu in tutte le sue molteplici sfaccettature.
Focus su nautica e cantieristica, sicurezza della filiera ittica, sviluppo territoriale costiero, energie rinnovabili e sostenibilità, città portuali intelligenti, confronto con le esperienze di altri territori italiani ed esteri, con prestigiosi ospiti ed esperti internazionali.
Tanti i protagonisti: Flag Marche Centro ed i progetti europei CoastEnergy, Sushidrop, AdriaSmartFish e Prize Fish.
Tra i partecipanti attivi anche il Polo Tecnologico Alto Adriatico e Sealogy - Salone europeo della blue Economy, nell’ambito del progetto EcoMap.
Btob della nautica e della cantieristica, della produzione agroalimentare artigianale con CNA, insieme ad un focus sulla sicurezza alimentare nel dopo Covid con Confartigianato e una coda “speciale”, il 4 ottobre, a cura di ConfCommercio Marche Centrali sullo stato della ristorazione italiana.
Il Festival si dipana nel fine settimana del 2 e 3 ottobre, tra minicrociere sul Conero, assaggi di Adriatico e di terra, senza tralasciare il celebre Stoccafisso all’anconitana ed i vini marchigiani, con le proposte dell’Unione Regionali Cuochi e dell’Accademia di Tipicità.
Protagonisti i personaggi del mare, l'educazione divertente e gli incontri con la scienza vestita di blu, grazie ai contributi di IRBIM-CNR e degli Atenei di Ancona e Camerino.
Una mostra sui “vaporetti della pesca” ed uno show dal titolo “Magicamente plastica”, a cura di Corepla, animeranno il già ricco “fine settimana in blu”.
Narratori d’eccezione due voci note dei palinsesti nazionali con Tinto, da Radio Rai Decanter e La 7, che si alternerà nella conduzione a Marco Ardemagni, da Radio Rai Caterpillar AM.
Info e programma: https://www.tipicitainblu.it/

domenica 19 settembre 2021

Tumulti popolari per l'imbarco dei grani al Porto di Fermo, local history

Sollevazioni popolari in tema di grano a Porto di Fermo nello Stato Pontificio (oggi Porto San Giorgio, provincia di Fermo, regione Marche).
Lo Stato Pontificio esercitò il potere temporale per oltre un millennio dal 756 al 1870, terminando la sua esistenza con l'annessione al Regno d'Italia di 3 Legazioni.
Era costituito da 17 Delegazioni Apostoliche, successivamente riunite i 5 Legazioni suddivise in Governi Distrettuali.
Nelle Marche c'erano 6 Delegazioni (vedi foto).
In quel tempo Mons. Arcivescovo di Fermo era la massima autorità governativa della Delegazione di Fermo.
Al Porto di Fermo, l'attuale Porto San Giorgio, Mons. Arcivescovo godeva dei favori della nobiltà locale, ma aveva il disprezzo della plebe che viveva in miseria ed era tartassata da gabelle.
Cronaca dei tumulti del 1729 in materia di grano
Il 3 ottobre 1729 il Sig. Carlo Fantoni Ministro del Porto del Mons. Arcivescovo di Fermo, fece iniziare l'imbarco del grano spettante alla mensa arcivescovile, per trasportarlo alla spiaggia di Nettuno.
Questo imbarco fu impedito dal popolo tumultuante, con cui era Francesco Bronzi e Pietro Antonio suo figlio, i quali di forza tolsero tre quarti di grano ad un facchino per portarselo in casa e minacciarono detto facchino, nonchè S. Romagnoli avente funzione di misuratore.
Giorgio d'Antonio Tolentino di soprannome Pelo di Volpe, tirò due sassate a Paron G. Filippo Magistrelli che caricava la barca.
Il figlio di N. Titio alias Mucidito, tirò un sasso al misuratore e lo ingiuriò.
Il tumulto cresceva e a Carlo Fantoni responsabile dell'imbarco, convenne chiudere il magazzeno.
Mons. Vicario Generale avuto notizia dei tumulti, spedì al Porto il notaro criminale e cinque sbirri, ma l'imbarco fu parimenti impedito dal popolo tumultuante.
Fantoni ed altri si nascosero nella soffitta di una casa vicina, due degli sbirri furono bastonati e disarmati, il loro cane fu ucciso, i facchini obbligati a lasciare a terra i sacchi di grano, altri tre sbirri si ritirarono nella Chiesa del Crocefisso.
Intanto furono caricati due cannoni, che il giorno antecedente erano serviti per la Festa della Madonna, e furono puntati verso il magazzeno e verso la casa dove si era rifugiato l'Agente di Mons. Arcivescovo.
Nel frattempo gli sbirri uscirono dalla Chiesa disarmati, la barca fu completamente scaricata e il grano trasportato in altro magazzeno di proprietà del sig. Abate Maggiori.
Il giorno seguente furono sparate dalla Rocca due cannonate e fu fatta una fumata per dare segnale ad altre barche dentro mare di ritornare in terra.
Tra i più facinorosi nel corso dei tumulti: Quirico di Domenico Antonio Malatesta, N.N. Cinquina, che stava vicino al cannone con la miccia accesa, minacciando di spianare il magazzeno e di ammazzare Fantoni, un certo Quirico di Tommaso d'Aggirio che con un legno di barca bastono' uno degli sbirri, disarmo' dello schioppo un altro, gli ci diede delle botte e avrebbe voluto sparargli un'archibugiata, ma fu trattenuto dalla madre, aiutò con altri a caricare i cannoni, sparò le due cannonate e fece la fumata.
Altri facinorosi: Scimonella venditore di pesce con una sciabola in mano, Giorgio Tirittattola, Ciriaco del Priore, Nicola dello Schiavone, Nicola Magistrelli armato d'accetta, Mastro Egidio Ciabo' armato d'ascia, Mastro Francesco il fucinaro, Mastro Giulio calafato (riparatore di barche), Luca Ferrante cordaro, Angelo Antonio Secci marinaro, il Gobbo di Buca' e un certo Impiacciaguerra che aiutò a caricare due cannoni e si armo' di schioppo e sciabola.
Tutti segnalati nella lettera che Carlo Fantoni agente di Mons. Arcivescovo e incaricato dell'imbarco del grano, scrisse nel febbraio 1730, dopo che l'imbarco è stato ormai effettuato e l'ordine ristabilito da Milizie Pontificie e da Soldati Corsi.
Fonte della cronaca tumulti

sabato 11 settembre 2021

Marche dalla vigna alla tavola, RiConviviamo

Fino al 31 Dicembre 2021 a tavola con i vini e i cibi delle Marche: Ri-Conviviamo.
I ristoranti delle Marche e l'Ente Regione si uniscono per celebrare la qualità di vini e prodotti locali: un calendario di 15 appuntamenti conviviali volti a valorizzare l’intera filiera enogastronomica marchigiana.
Pesaro (10 settembre 2021) - Nella fase di ripartenza dell’economia italiana nasce il progetto “Marche: dalla vigna alla tavola”, voluto fortemente dalla Regione Marche con lo scopo di sostenere le imprese del settore enologico regionale di qualità con il coinvolgimento della ristorazione, il cui ruolo è stato rallentato, quando non completamente bloccato, dalla crisi pandemica.
Nel contesto di “Marche: dalla vigna alla tavola”, Ri-Conviviamo è il nome scelto da 15 ristoranti per augurare un ritorno alla convivialità tipica di questa regione accogliente.
Valorizzare la filiera e favorire la sua ripartenza: con questo obiettivo è stato pensato un calendario di serate di degustazione aperte al pubblico, durante le quali i ristoratori proporranno i vini di 35 cantine coinvolte e le migliori materie prime del territorio marchigiano, risaltandone l’eccellenza tramite i propri piatti e le etichette in abbinamento.
Ri-Conviviamo è quindi un invito alla ripartenza, ma anche e soprattutto un messaggio di fiducia nelle enormi potenzialità del territorio, basate proprio sul turismo e sull’ospitalità.
Si tratta di un’iniziativa realizzata con il contributo fattivo della Regione, a favore dei produttori e dei ristoratori marchigiani.
Di seguito la lista dei ristoranti, con le date in cui rispettivamente saranno realizzate le serate di degustazione, con l’elenco dei produttori vinicoli che partecipano all’iniziativa.
Ogni altra informazione è reperibile su:
facebook.com/marchedallavignaallatavola.riconviviamo
www.cuocicuoci.com
www.lamadia.com
www.festivaldellacucinaitaliana.it
I RISTORANTI
• Ristorante “Amabile” - Frontone (PU) > 16 Settembre 2021
• Ristorante “20-15” - Marotta di Mondolfo (PU) > 19 Settembre 2021
• Hotel-Ristorante “Alla Lanterna” - Fano (PU) > 22 Settembre 2021
• Ristorante “Due Cigni” - Montecosaro Scalo (MC) > 5 Ottobre 2021
• Ristorante “Il Cuciniere” - Fano (PU) > 14 Ottobre 2021
• Ristorante “Osteria L’Angolo Divino” - Urbino (PU) > 22 Ottobre 2021
• Ristorante “Gibas” - Pesaro (PU) > 10 Novembre 2021
• Ristorante “Da Tano” - Fano (PU) > 18 Novembre 2021
• Ristorante-Pizzeria “Il Portico” - Fano (PU) > 19 Novembre 2021
• Ristorante-Pizzeria “Da Farina” - Pesaro (PU) > 23 Novembre 2021
• Ristorante “Il Grottino” - Gabicce Monte (PU) > 25 Novembre 2021
• Ristorante “Amarantos” - Porto Recanati (MC) > 26 Novembre 2021
• Ristorante “Bagni da Federico” - San Benedetto del Tronto (AP) > Novembre
• Ristorante “Zasa” - San Benedetto del Tronto (AP) > Novembre
• Ristorante “Antico Furlo” - Acqualagna (PU) > 10 Dicembre 2021
LE CANTINE
Az. Agraria Guerrieri
Il Conventino Monteciccardo
Colonnara Soc. Coop. Agricola
Az. Agrobiologica San Giovanni
Cantine Moroder
Terre di San Ginesio
Santa Barbara
Luca Cimarelli Staffolo
Cantina Di Sante
Roberto Lucarelli
Bruscia
Fattoria Villa Ligi
Az. Agr. Mariotti Cesare
Terracruda
Fattoria Mancini
Selvagrossa
Az. Agr. Mencaroni Federico
Cantina Santi Giacomo e Filippo
Vigna della Cava
Il Gelsomoro
Cantina Mezzanotte
Az. Agr. Claudio Morelli
Soc. Agr. Ciù Ciù
Az. Agr. Mazzola
Fattoria San Lorenzo
Agri La Fonte
Piantate Lunghe
La Lepre e La Luna
Cantina Rovelli
La Torre del Nano
Podere sul Lago
Tenuta Ca’ Sciampagne
Serenelli
Cantina Colleminò
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