venerdì 19 giugno 2020

La Piccola Pesca Costiera a San Benedetto del Tronto

Il 27 giugno l’area portuale di San Benedetto del Tronto ospita la terza tappa del Grand Tour delle Marche.
La Piccola Pesca Costiera fa spettacolo.
Corrado Piccinetti condurrà gli ospiti in un viaggio nelle “acque dei sapori”.
In programma anche un contributo speciale di Oscar Farinetti.
Nasse, retine e barchette, un patrimonio fondamentale della vita marinara, una storia antica e moderna, un fenomeno economico-sociale che include e traccia la rotta del “futuro buono”.
A San Benedetto del Tronto (AP) sabato 27 giugno 2020, La Piccola Pesca Costiera è la kermesse dedicata ad un'attività che caratterizza fortemente questo suggestivo centro balneare e peschereccio, conosciuto nel mondo come la “città delle palme”.
In programma esperienze immersive di PescaTurismo, trekking urbano-marinaro, passeggiate educative dedicate al mare ed alle attività connesse, ma anche menù a tema nei locali della città aderenti all’iniziativa.
La Piccola Pesca Costiera è un’iniziativa “Covid-free”, lontana dall’idea di inopportuni assembramenti, ma ideata con una logica “immersiva” che consente agli interessati di esplorare curiosità, tradizioni e percorsi, progettando il proprio itinerario “fisico” da realizzare non “in massa”, ma nel momento desiderato.
Il talk show “Piccola pesca, grande futuro”, programmato alle 11.00 al Mercato Ittico cittadino, accenderà i riflettori sulle tante connessioni che costituiscono questo autentico microcosmo.
Parteciperà il biologo marino Corrado Piccinetti insieme a tanti altri autorevoli interlocutori che potranno essere seguiti in modalità “live” sul portale della manifestazione www.lapiccolapesca.it
Perla della costa adriatica, blasonata mèta turistica e sede di una delle flotte pescherecce più importanti dell’intero Mediterraneo, San Benedetto del Tronto vanta una secolare tradizione nell’arte della piccola pesca costiera, troppo spesso bistrattata, ma densa di valori.
Infatti, questa tipologia peschereccia è tradizionalmente esercitata da chi ama il mare e da chi vive da generazioni proprio di pesca.
Uno stile di vita legato a doppio filo all’ecosistema marino con il quale condividere il destino.
statua del pescatore
Tappa inedita del Grand Tour delle Marche, proposto da Tipicità ed ANCI Marche, l’iniziativa è promossa dal Comune di San Benedetto del Tronto con la collaborazione del Centro di Educazione Ambientale “Ambiente e Mare” e di tante associazioni che alimentano questo mondo.
Inoltre, grazie alla rinnovata partnership tra il Grand Tour delle Marche, Banca Mediolanum e Mediolanum Private Banking, è in programma anche uno “speciale evento” con Oscar Farinetti.
Tutte le attrattive di San Benedetto del Tronto e del territorio marchigiano sono consultabili sulla piattaforma www.tipicitaexperience.it e sulla app ufficiale di Tipicità.
INFO:
0734.277893
segreteria@tipicita.it

mercoledì 17 giugno 2020

Stoccafisso all'anconetana

Lo stoccafisso (stockfish, pesce bastone) è il merluzzo nordico, pescato nei mari di Norvegia.
Si distingue dal baccalà per il metodo di conservazione: stoccafisso è essiccato, baccalà è sotto sale.
La città di Ancona è storicamente tra i principali consumatori di tale merluzzo essiccato norvegese, tant'è che lo stoccafisso all'anconetana è diventato nel corso degli anni non solo un piatto tipico marchigiano, ma il vero e proprio simbolo del capoluogo di regione; ottiene infatti la DeCo (denominazione comunale d'origine) nel 2015.
Per tutelare e promuovere le tradizioni legate a questo piatto, esiste dal 1997 l'Accademia dello Stoccafisso all'Anconetana, la quale ha messo a punto uno specifico disciplinare di produzione che norma nel dettaglio, lasciando altresì spazi interpretativi, la materia prima, la preparazione, il condimento, l'abbinamento.
In esso si afferma ad esempio che sia preferibile usare stoccafisso del tipo Ragno o Westre Ancona, si consiglia inoltre l'uso di canne stagionate sul fondo della teglia per evitare il contatto diretto, si lasciano ulteriori opzioni per ciò che concerne gli ingredienti, purchè non alterino il gusto.
Lo stoccafisso viene tradizionalmente gustato con le patate al forno, ma le varianti sono molteplici; può essere aggiunta salsa aromatizzata di pomodoro e/o altri ingredienti come ad esempio acciughe, capperi, olive.
Ingredienti per quattro persone
1 chilogrammo di stoccafisso pulito, 100 grammi di sedano e altrettanti di carote, 1 cipolla di media grandezza, 2 rametti di rosmarino, 20 grammi di acciughe, mezza testa d'aglio, 20 grammi di capperi dissalati, pomodori pendolini, 1 ettogrammo di olive nere, 1 chilogrammo di patate, 1/2 litro di olio extra vergine d'oliva, 1 litro di vino bianco secco preferibilmente Verdicchio, 1 litro di brodo di stoccafisso ricavato dalle sue lische.
Procedimento
Tagliare a grosse darne lo stoccafisso, adagiarlo nella teglia, cospargerlo con la metà di un trito di sedano, carota, cipolla, aglio, rosmarino, acciughe e capperi; aggiungere sale e olio.
Coprire totalmente lo stoccafisso con le patate tagliate a spicchi, condire con l'altra metà del trito, aggiungere pomodori pendolini tagliati a metà, olio, brodo, vino bianco, olive, sale.
Cuocere per circa due ore: 30 minuti sul gas a fuoco lento, 90 minuti in forno a 130°-140° C.
Vino abbinamento
Verdicchio Riserva Docg

venerdì 12 giugno 2020

Maccheroncini di Campofilone con sugo di rigaglie di pollo

Maccheroncini di Campofilone, non una semplice pasta alimentare, ma una chicca del made in Italy che troviamo presso la grande distribuzione e nelle gastronomie più selettive di Tokyo, Londra, New York.
I Maccheroncini di Campofilone, chiamati confidenzialmente "campofiloni", si distinguono con decisione dalle altre paste alimentari, per la sottigliezza della sfoglia, per il taglio finissimo, per il fatto di essere ottenuti con una quantità notevole di uova, che va da un minimo di 7 a un massimo di 10 per ogni chilo di farina.
Tali caratteristiche consentono un ridottissimo tempo di cottura in acqua bollente, pari ad uno/due minuti.
Maccheroncini di Campofilone conditi sulla spianatora
I Maccheroncini di Campofilone ottengono riconoscimento IGP (indicazione geografica protetta) nel 2013.
La norma disciplina nel dettaglio, produzione e materie prime, confezionamento ed etichettatura, delimitazione area geografica, controlli, legame con il territorio.
La zona di produzione della indicazione geografica protetta Maccheroncini di Campofilone è limitata al territorio amministrativo del comune di Campofilone in provincia di Fermo, nella regione Marche.
La valenza dei Maccheroncini di Campofilone sta nell'aver conservato immutata, nel corso degli anni, la tecnica di lavorazione, mantenendo inalterata la sua semplice e particolare composizione, il particolare tipo di essicazione, nonché nel fatto che si tratta di un prodotto che richiede, per la sua realizzazione, particolari doti di abilità ed esperienza, caratteristiche queste che ne fanno una pasta di qualità in termini di resa, di gusto, di leggerezza e di facilità di cottura.
La produzione artigianale di questa pasta è quindi l'espressione della tradizione popolare del borgo medioevale di Campofilone, tramandata di generazione in generazione.
sfoglina campofilonese al taglio
Una delle occasioni da non perdere per assaggiare tale specialità gastronomica, è la Sagra Nazionale dei Maccheroncini di Campofilone, la cui nascita risale al 1964; da allora si svolge ogni anno nella prima decade di Agosto.
In questa occasione di enorme valenza turistica, arrivano nella località posta al confine tra il Fermano e il Piceno, numerosi turisti e vengono servite decine di migliaia di porzioni di pasta.
promo video Campofilone:
Ricetta tradizionale
Maccheroncini di Campofilone
con sugo di rigaglie di pollo
Ingredienti per 4 persone
Per la sfoglia: 400 gr. di farina, 4 uova.
Per il ragù: 250 gr. di stomaci, fegati, cuori, creste e bargigli di pollo (in alternativa anatra, piccione, oca), 500 gr. di polpa di pomodoro, una piccola cipolla steccata con due o tre chiodi di garofano, alcune foglioline di origano secco, un dito d'olio extra vergine d'oliva, 1/2 bicchiere di vino bianco secco, 1/2 cucchiaio di ottimo lardo macinato, una cipolla piccola, una carota, una costola di sedano, sale, 50 gr. di formaggio pecorino dolce stagionato grattugiato o parmigiano.
Procedimento
Impastare la farina con le uova e manipolarla fino ad ottenere una massa consistente ed elastica, che va tirata in sfoglia sottile, arrotolata, tagliata sottilmente, larghezza di un paio di millimetri (il disciplinare Igp prevede larghezza compresa tra mm 0,80 e mm 1,20), allargata su un vassoio cosparso di semola o di farina.
Ridurre a brunoise il sedano, la carota, la cipolla piccola e soffriggerli in una casseruola, in un fondo di olio e lardo, insieme alla cipolla steccata e all'origano secco.
Aggiungere poi gli stomaci, i cuori, le creste, i bargigli tritati grossolanamente e rosolarli a fuoco vivace.
Appena rosolati si versa il vino e si fa evaporare; si aggiungono a questo punto i fegati, sminuzzati grossolanamente, che non devono cuocere troppo altrimenti si disfano.
Quando anche i fegati sono ben rosolati, si aggiunge la polpa di pomodoro diluita in un bicchiere d'acqua calda, si sala e si fa cuocere il ragù a fuoco dolce per un'ora e mezza, aggiungendo ancora acqua se il sugo dovesse restringersi troppo e aggiustando di sale nel finale.
Portare a bollore abbondante acqua salata e cuocere i "campofiloni", che vanno scolati appena tornano a galla.
Condirli con il ragù, che deve essere fluido in modo che la pasta, pur assorbendo il ragù, rimanga sugosa, non asciutta.
Spolverare abbondantemente di formaggio pecorino dolce stagionato grattugiato. 
I "campofiloni" si prestano magnificamente ad essere conditi anche con sughi di pesce.
sfogline e volontari Pro Loco Campofilone

lunedì 8 giugno 2020

Tradizione alimentare marchigiana

"Il contadino marchigiano è assai parco nel mangiare e lo è non solo per necessità, ma per abitudine; tanto che le famiglie coloniche che godono di un certo benessere, non si cibano più lautamente di quelle che sono strette dal bisogno.
Polenta di granoturco condita con formaggio, olio, lardo, cipolle, ricotta, pomodoro, ortaglie, legumi, pane di grano misto a granoturco, vino soltanto nelle epoche di maggior fatica, qualche volta carne di maiale salata: ecco il cibo ordinario del nostro contadino.
La carne di vitello, di agnello, di pollo, s'imbandisce soltanto nelle solennità e nei pranzi nuziali, in cui si danno porzioni così abbondanti che ciascun invitato si porta a casa una parte dei cibi".
Così l'inchiesta Jacini, nel 1877, individuava i tratti salienti del regime alimentare di buona parte della popolazione marchigiana.
"l'allesso": carne lessa di pollo, faraona
Tratti salienti che, tenuto conto delle differenze socio-economiche e geografiche di zone che hanno conosciuto nel tempo trasformazioni e fortune diverse, sono ancor oggi rintracciabili in abitudini alimentari improntate alla sobrietà.
La civiltà rurale, nei suoi aspetti anche pastorali e nel rapporto con le civiltà urbana e marinara, costituisce il cardine su cui si è sviluppata, soprattutto sulla base di risorse vegetali, la gastronomia regionale.
cicoria selvatica, aglio, olio, peperoncino
Vari tipi di verdure, ortaggi ed erbe di campo largamente diffuse nell'entroterra collinare a ridosso dell'Adriatico, hanno costituito una risorsa decisiva per intere generazioni, fino a trenta/quaranta anni fa; dalla cipolla, spesso companatico nei giorni più duri, alle verdure "strascinate" in padella, all'uso polivalente del finocchio selvatico, rimasto non a caso in molteplici ricette regionali classiche, la tavola marchigiana è sempre stata, non oso dire soprattutto vegetariana, ma certamente in piena sintonia con i princìpi fondanti della Dieta Mediterranea.
info Dieta Mediterranea:
Da parte sua, anche la cucina marinara, a causa del maggior contatto col mondo rurale determinato dalla prossimità tra costa ed entroterra, conserva memoria del baratto, frequente in passato con scambi di verdure, uova e lardo di maiale, contro pescato.
Diverse ricette tramandate, magari rivisitate oggi con gusto moderno, testimoniano il legame storico tra l'ambito agricolo e quello peschereccio: seppie con piselli, polpi con le bietole (li furbi co' l'abbiti), lenticchie di Castelluccio e gamberetti, pesci in porchetta o in potacchio, a seconda che si preferisca finocchio selvatico o rosmarino.
mazzancolle sgusciate, lardo, alloro, peperoncino, aglio, rosmarino, sfumate al brandy

mercoledì 3 giugno 2020

GustaPorto a Civitanova Marche, Tipicità Experience

Nelle Marche a giugno inizia il Grand Tour delle Marche.
Una “bandiera blu” starter del Grand Tour delle Marche 2020: Civitanova Marche, con GustaPorto, prima tappa dell’edizione “Dopo Covid”.
Ospiti: Mario Giordano e Corrado Piccinetti.
Il 6 e 7 giugno presso il porto peschereccio, la stagione si accende con lo spettacolo del mare.
Con GustaPorto, “salpa” da Civitanova Marche (Mc) il Grand Tour delle Marche, iniziativa di successo unica nel Belpaese sviluppata dall’organizzazione di Tipicità insieme ad ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) per realizzare uno storytelling del territorio marchigiano attraverso due suoi fondamentali attrattori: cibo e “making” artistico-manifatturiero.
Un coinvolgente percorso che da giugno a novembre esplora l’intera regione con “tappe” esperienziali: immergersi tra le ostriche dell’Adriatico, fare cappelli a mano, partecipare alla preparazione del Brodetto, cercare tartufi con tutta la famiglia, esplorare il Parco Nazionale dei Monti Sibillini guidati dai profumi di una salutare mela rosa, scoprire i 5.000 pezzi che compongono una fisarmonica, votare i migliori quadri fatti con i fiori, degustare le prelibatezze care al sommo poeta Giacomo Leopardi.
Con una grande novità: la piattaforma digitale e l’app di Tipicità Experience raccordano tutte le tappe del circuito, consentendo di iniziare l’esperienza prima di arrivare nella località prescelta, scoprendone tutte le opportunità offerte e costruendosi il proprio esclusivo viaggio su misura, con tutte le sicurezze Post Covid, naturalmente.
Per il secondo anno consecutivo collabora al progetto Banca Mediolanum, che apporterà interessanti contenuti che confluiranno nel già ricco palinsesto, fruibile anche in modalità “on line”.
Quest’anno il punto di partenza del Grand Tour delle Marche sarà Civitanova Marche, località balneare “bandiera blu” dove il 6 e 7 giugno si svolgerà GustaPorto, un’iniziativa che parla di mare in tutti i suoi diversi aspetti: pesca, gastronomia, turismo, tradizione, cultura e sostenibilità.
La formula che caratterizza questa edizione dell’evento, promosso dall’amministrazione comunale, è del tutto inedita ed adeguata alla situazione “speciale” che stiamo vivendo.
Tra le novità più attese, l’Agorà con Mario Giordano, fruibile in diretta on line, e l’asta digitale 2.0 con il biologo Corrado Piccinetti, che consentirà di aggiudicarsi anche da casa le migliori cassette di pescato stagionale “battute” dal Mercato Ittico.
Molto apprezzato il contest per i più giovani, che hanno realizzato disegni sul tema del mare e delle atmosfere portuali.
I migliori elaborati saranno animati da un pool di esperti per realizzare dei veri e propri “cartoon” di GustaPorto.
Di grande suggestione i “virtual tour” fruibili sul sito della manifestazione, con visite immersive sui luoghi più iconici della città affacciata sul mare, accompagnati da performance artistiche e culturali.
Fino al 14 giugno, speciali proposte di accoglienza con la GustaPorto Week nelle strutture ricettive aderenti, e Menù Gustaporto nei ristoranti e nei balneari del circuito.
Info programma GustaPorto:
www.gustaporto.it
Info Grand Tour delle Marche:
www.tipicitaexperience.it