venerdì 31 gennaio 2020

Tipicità Festival 2020, dal 7 al 9 marzo.

A Fermo nelle Marche, dal 7 al 9 marzo appuntamento con il Festival unico in Italia per le tante proposte esperienziali e per la formula esclusiva.
Tipicità Festival 2020: imperdibili qualità dalle Marche e dal mondo.
Cibi nutraceutici e tipici, grandi chef, comunità locali da altri Paesi.
Nel week-end lungo di Tipicità, anche turismo esperienziale e making d’alta gamma.
Marche imperdibili nel 2020. Lo certifica anche il “faro” delle guide turistiche mondiali, la Lonely Planet, che stampa un “Best in travel” sulla regione di Leopardi, Rossini e Raffaello come destinazione internazionale da visitare assolutamente durante quest’anno.
E tutto il meglio delle Marche è ciò che offre la ventottesima edizione di Tipicità Festival, in programma dal 7 al 9 marzo al Fermo Forum.
Un vero kolossal esperienziale, dove il grande cibo è la “bussola” per scoprire anche il fascino del making d’autore e percorsi turistici mozzafiato, tra incanti sconosciuti al grande pubblico.
Ben 13.000 mq coperti del modernissimo Fermo Forum raccontano cibo, territorio e produzioni di alta gamma attraverso 100 eventi e con oltre 200 realtà protagoniste dalle Marche, dall’Italia e dal mondo.
In Accademia grandi chef, tra i quali Annie Feolde, Filippo La Mantia e Rosanna Marziale sono pronti a condurre i gourmet in un viaggio imperdibile.
A Futuro Bio s’incontrano personaggi, prodotti sostenibili ed esclusività territoriali.
Bollicine di Marche consente di scoprire tutte le nuance dei vitigni marchigiani, in versione sparkling.
Il fantastico viaggio prosegue attraverso specialità introvabili, alimenti funzionali, biodinamici e nutraceutici, birre a km. zero e tutti gli “imperdibili” della tipicità marchigiana: dal ciauscolo allo zafferano di montagna, dal tartufo di Acqualagna all’oliva tenera ascolana e poi, ancora, il celeberrimo Verdicchio, l’olio EVO di qualità, le migliori paste biologiche, la cicerchia ed il mais ottofile, il pecorino dei Sibillini e le carni di razza marchigiana.
Tipicità Festival è anche confronto e scoperta di altre comunità del mondo che fanno dell’identità territoriale una chiave per distinguersi.
Nell’edizione 2020, ospite d’onore saranno i Paesi Baschi Francesi con la comunità di Anglet, unitamente a suggestioni, prelibatezze ed attrattive dal Canada con il Quebec, dalla Germania con Ansbach e dall’Ungheria con Varpalota, insieme ad “incursioni” di altre regioni italiane e di altre comunità internazionali.
La sera, nel dopofestival, il centro storico di Fermo propone “Tipicità in the city”, con eventi e la possibilità di organizzare week-end su misura per tutti i gusti.
Tutte le info sul sito www.tipicita.it e sui canali social.
Tel.: 0734.277893
mail: segreteria@tipicita.it
28^ edizione rinviata a fine aprile:

mercoledì 22 gennaio 2020

Birraio dell'Anno 2019, risultati concorso

Matteo Pomposini e Cecilia Scisciani del marchigiano MC77 conquistano il premio Birraio dell’Anno 2019
A Vincenzo Follino del campano Bonavena il titolo di Birraio Emergente
Sono due i nomi pronunciati dal palco del teatro TuscanyHall di Firenze e incisi sul cristallo dell’ambìto premio Birraio dell’Anno 2019 (evento tenutosi dal 17 al 19 gennaio 2020): Matteo Pomposini e Cecilia Scisciani del birrificio MC77.
Una giovane coppia marchigiana che dal 2013 produce birre a Serrapetrona nel maceratese: emozioni liquide capaci di sedurre i 100 giudici individuati da Fermento Birra, organizzatore del premio e del relativo festival, che hanno giudicato il loro lavoro come il migliore del 2019, tra gli oltre 600 birrai potenzialmente votabili.
Del resto è stato un anno da incorniciare per il piccolo birrificio marchigiano che ha saputo raccogliere i frutti seminati nel tempo e coltivati con studio, sacrifici, miglioramenti tecnologici, crescita delle competenze produttive, viaggi formativi, creatività e passione.
Un mix che ha dato vita a prodotti emozionanti capaci di mietere consensi di critica e pubblico, soprattutto tra gli amanti del luppolo.
Birre come la Breaking Hops, double IPA di 7,2° alc. possente e appagante con i suoi profumi tropicali, resinosi e floreali, oppure come la “trilogia” composta dalle succose Velvet Suite, Bowtie e Billy Cock, tra i migliori esempi nazionali di New England IPA.
Birre che hanno contribuito a tracciare una via italiana luppolata, riportando al centro l’equilibrio tra gli ingredienti e dimostrando come non sia necessario, ma anzi deleterio, caricare quantità importanti di luppolo in maniera scriteriata.
Avere potenza senza perdita di controllo, aprire l’arco olfattivo grazie al gioco di squadra degli ingredienti, stupire senza effetti speciali.
In altre parole: sorprendere con semplicità, una semplicità che si rinviene anche nei volti e nei modi di fare di Matteo e Cecilia, che con umiltà hanno cominciato a fare birra dopo che la passione per malti e luppoli era scoccata subito, subito dopo quella dell’amore, tra i banchi dell’università a Roma.
Un sogno alimentato lungo la strada statale 77, strada che hanno percorso infinite volte e che li ha portati ad aprire un birrificio, oltre che a suggerirgli il nome stesso del birrificio.
Una gamma ampia quella di MC77 che attesta una bravura non settoriale, dove trovano posto birre di ispirazione tedesca, come la fieramente teutonica Glu Glu Kölsch, o belga, come la blanche San Lorenzo, con la sua sorprendente variazione con fiori d’ibisco, Fleur Sofronia.
Non manca la vocazione territoriale che si concretizza con birre come l’Ape Regina che prevede miele locale, e la sua versione stagionale, Ape Regina d’Inverno, prodotta con aggiunta di sapa di Vernaccia di Serrapetrona.
Così dopo essere stati premiati come migliori emergenti nel 2015, Matteo e Cecilia alzano meritatamente al cielo il Birraio dell’Anno 2019.
Tra i premiati di questa undicesima edizione troviamo, per il secondo anno di fila ad un passo dalla vittoria, Giovanni Faenza del laziale Ritual Lab di Formello (RM).
Terzo un altro marchigiano, Marco Raffaeli del birrificio Mukkeller di Porto Sant’Elpidio (FM).
Fuori dal podio, quarto, un altro laziale, Conor Gallagher Deeks del birrificio Hilltop di Bassano Romano (VT) e quinto un lombardo, Marco Sabatti del birrificio Porta Bruciata di Rodengo Saiano (BS).
Nella combattuta categoria degli emergenti dedicata ai birrai con meno di due anni di esperienza alla guida di un birrificio, su poco meno di duecento nomi votabili, trionfa Vincenzo Follino del birrificio Bonavena di Faicchio (BN), che ha convinto tutti con una serie di birre perfette da un punto di vista tecnico, chirurgiche nella loro esecuzione, riuscendo con successo anche a riproporre stili poco conosciuti e sicuramente non modaioli.
Secondo gradino del podio per Andrea Filippini del birrificio Siemàn di Villaga (VI), terzo Davide Galliussi del birrificio War di Cassina De' Pecchi (MI), quarto Angelo Ruggiero del birrificio Lieviteria di Castellana Grotte (BA), quinto Mauro Bertoletti del birrificio Mister B di San Giorgio Bigarello (MN).
Classifica Birraio dell’Anno 2019
1° Matteo Pomposini e Cecilia Scisciani del birrificio MC77 di Serrapetrona (MC)
2° Giovanni Faenza del birrificio Ritual Lab di Formello (RM)
3° Marco Raffaeli del birrificio Mukkeller di Porto Sant’Elpidio (FM)
4° Conor Gallagher Deeks del birrificio Hilltop di Bassano Romano (VT)
5° Marco Sabatti del birrificio Porta Bruciata di Rodengo Saiano (BS)
6° Samuele Cesaroni della Brasseria della Fonte di Pienza (SI)
7° Emanuele Longo del Birrificio Lariano di Dolzago (LC)
8° Josif Vezzoli del birrificio Birra Elvo di Graglia (BI)
9° Luigi D’Amelio del birrificio Extraomnes di Marnate (VA)
10° Luciano Landolfi del birrificio Eastside di Latina
11° Gino Perissutti del birrificio Foglie d’Erba di Forni di Sopra (UD)
12° Agostino Arioli del Birrificio Italiano di Limido Comasco (CO)
13° Alessio Selvaggio del birrificio Croce di Malto di Trecate (NO)
14° Fabio Brocca del Birrificio Lambrate di Milano
15° Luigi Recchiuti del birrificio Opperbacco di Notaresco (TE)
16° Mauro Salaorni del birrificio Birra Mastino di San Martino Buon Albergo (VR)
17° Marco Ruffa del birrificio CR/AK di Campodarsego (PD)
18° Alessio Gatti del birrificio Canediguerra di Alessandria
19° Luana Meola e Luca Maestrini del birrificio Birra Perugia di Perugia
20° Giorgio Masio del birrificio Altavia di Sassello (SV)
Classifica Birraio Emergente 2019
1° Vincenzo Follino del birrificio Bonavena Brewing di Faicchio (BN)
2° Andrea Filippini del birrificio Siemàn di Villaga (VI)
3° Davide Galliussi del birrificio War di Cassina De' Pecchi (MI)
4° Angelo Ruggiero del birrificio Lieviteria di Castellana Grotte (BA)
5° Mauro Bertoletti del birrificio Mister B di San Giorgio Bigarello (MN)
www.birraiodellanno.it

mercoledì 15 gennaio 2020

Sedimenti nel vino, tartrati, deposito.

I tartrati sono quei piccoli cristalli che occasionalmente possiamo trovare sul fondo della bottiglia o del tappo.
Si tratta prevalentemente di sali di potassio, dell'acido tartarico, presenti naturalmente nel vino.
In seguito a repentini sbalzi di temperatura, possono precipitare e depositarsi.
Gli elementi che sedimentano sul fondo della bottiglia (deposito) o del tappo, sono generalmente tollerabili.
Trovate sul fondo di una bottiglia di vino bianco dei piccoli cristalli?
Sono innocue precipitazioni di tartrati e significano che il vino “ha sentito il freddo”.
Un rosso importante con qualche anno di invecchiamento presenta un sedimento polveroso?
Sono le sostanze coloranti (tannini e antociani) che, per fenomeni chimico-fisici avvenuti durante l’invecchiamento, polimerizzano e diventano insolubili.
Non pregiudicano affatto la qualità, anzi significano che quel vino, prima di essere imbottigliato, è stato spogliato il meno possibile dei suoi costituenti instabili e ha subìto pochi trattamenti in fatto di chiarifica e filtrazione.
In certi casi il deposito, anziché raccogliersi sul fondo, aderisce alle pareti della bottiglia (“camicia”).
Si tratta di sostanze coloranti idrolizzate ed è in genere, indice di un vino molto vecchio, vinificato alla “vecchia maniera”.
La “camicia” è invece, assolutamente intollerabile nei vini giovani, appena imbottigliati.
Oggi la tendenza di molti produttori è quella di mettere in commercio vini “finiti”, ovvero senza più sostanze che possano facilmente fermentare, quindi provocare deposito.
Una piccola aggiunta di anidride solforosa al momento dell’imbottigliamento neutralizza temporaneamente i fermenti sopravvissuti.
Se poi si ricorre alla filtrazione sterile o alla pastorizzazione, ogni residuo microbico è eliminato.
In quest’ultimo caso, avremo vini assolutamente limpidi e stabili nella limpidezza, a scapito però della vivezza del vino, che perde senz'altro in aromi e in bouquet.
Accettiamo dunque il deposito, segno di un vino ricco, vivo e attivo nel suo invecchiamento.
L’importante, ai fini della degustazione, è che i depositi rimangano fermi sul fondo della bottiglia.
fonte Slowine:
https://www.slowfood.it/slowine/quando-il-vino-e-torbido-o-lascia-depositi/

venerdì 10 gennaio 2020

I Giorni della Merla 2020, Maria Pia Castelli winery

Secondo la tradizione popolare, gli ultimi tre giorni del mese di gennaio coincidono con quelli più freddi dell'inverno, i cosiddetti "tre giorni della merla".
La leggenda narra infatti che una merla dal piumaggio bianco, per ripararsi dal freddo invernale, si rifugiò sotto un camino, uscendone dopo tre giorni con il manto grigio per la fuliggine e da allora rimase di quel colore.
Da qualche anno, in corrispondenza della fine del mese di gennaio o a cavallo tra gennaio e febbraio, per celebrare la fine del periodo più freddo dell'anno, l'Azienda Agricola Maria Pia Castelli di Monte Urano (Fm) organizza una vendita di vino rosso sfuso di grande qualità previa prenotazione e apre le porte della cantina per visite e degustazioni.
Un'occasione da non perdere per gli appassionati.
Sabato 1 e Domenica 2 Febbraio 2020
Vendita vino rosso sfuso solo su prenotazione.
Orario:
09:00 - 20:00
Nei due giorni ci saranno banchi d'assaggio di piccole realtà del territorio.
Per prenotare telefona ai numeri:
0734 841774 - Cantina
340 6479660 - Massimo
3333406711 - Alessandro
Azienda Agricola Maria Pia Castelli
Via Sant'Isidoro 22, 63813 Monte Urano (Fm)
info@mariapiacastelli.it
https://www.mariapiacastelli.it/
percorso stradale, info winery, note di degustazione:
barricaia
Maria Pia Castelli

domenica 5 gennaio 2020

Gricia italian pasta, ricetta live video

La pasta alla Gricia è un piatto tipico della cucina laziale.
Deriva il suo nome dalla tonalità cromatica "grigia" che si ottiene mescolando formaggio pecorino e pepe.
Basata su pochi e semplici ingredienti, può considerarsi come la progenitrice della pasta all'amatriciana, la quale ne costituisce quindi una variante.
E' chiamata anche “amatriciana bianca” poichè contiene gli stessi ingredienti dell'amatriciana classica ad eccezione del pomodoro.
Nonostante l'apparente semplicità, occorre prestare attenzione al bilanciamento degli ingredienti e alla cremosità: il risultato non può quindi che migliorare con la pratica.
Ingredienti:
spaghetti o altro formato di pasta
guanciale
pecorino romano grattugiato
olio extra vergine oliva
pepe
sale grosso
olio, pepe, guanciale a listarelle
Ricetta base per circa 40 persone, live video:
Rosolare il guanciale tagliato a listarelle in una padella con olio e pepe nero, in modo da far sciogliere il grasso.
In un'altra pentola far cuocere la pasta in acqua salata e scolarla al dente nella padella dove è stato saltato il guanciale, aggiungendo un po' d'acqua di cottura, pecorino romano grattugiato e pepe nero in abbondanza.
Si serve spolverando ancora di pecorino romano.
Vino abbinamento:
Lazio Igt Nero Buono "Ercole"
Cincinnato winery
Cori (Lt)