lunedì 29 luglio 2019

I Giorni di Azzolino e Marche Irish Festival, rievocazioni storiche

I Giorni di Azzolino & Marche Irish Festival
Grottazzolina (Fm) 3 - 4 - 6 - 7 - 8 Agosto 2019
XXI Edizione
Esiste un tempo in cui la storia diventa mito: il Medioevo.
Ed esiste un luogo dove il mito diventa una grande indimenticabile festa.
Rivivi la storia in una festa leggendaria.
Torna la più grande manifestazione dedicata al Medioevo e alla cultura Celtica delle Marche.
Due feste, 5 giornate: musica, danze, mostre, buon mangiare, dibattiti, combattimenti storici, ospiti nazionali ed internazionali.
"I Giorni di Azzolino" rievocazione storica
In essa si celebra la figura di Azzo VII Marchese d'Este, al quale Grottazzolina deve l'attuale denominazione.
L'estense, forte dell'investitura di Papa Onorio II, nell'anno 1225 muove da Este (Pd) e contro la volontà di Rinaldo, Vescovo di Fermo, conquista a forza la Marca.
L'antica città di Cripta Canonicorum viene così ribattezzata Gruptae Aczolini (Grotte di Azzolino), l'attuale Grottazzolina.
Ciò testimonia il legame antico tra questa porzione di territorio fermano, la città veneta di Este patria del Marchese Azzo VII e la città di Ferrara, anch'essa riconoscente verso la guelfa casata d'Este protagonista vittoriosa nel 1259 della battaglia di Cassano d'Adda contro il ghibellino Ezzelino III il sanguinario.
Le tre città sono unite in suggestivo gemellaggio che si sostanzia nella partecipazione delle rispettive delegazioni alle tre rievocazioni storiche medioevali organizzate nel corso dell'anno dagli enti locali preposti: aprile-maggio ad Este, agosto a Grottazzolina, settembre a Ferrara.
Una full immersion in atmosfere, coreografie, cene medioevali, nella duplice dimensione, turistica e storico-culturale.
Programma delle due manifestazioni "I Giorni di Azzolino" e "Marche Irish Festival":
http://www.igiornidiazzolino.it/

sabato 27 luglio 2019

Olio Extra Vergine Oliva, costi e benefici.

Lo chiamano l'oro liquido e hanno ragione: l'olio extra vergine di oliva italiano è uno dei prodotti più pregiati del panorama alimentare mondiale.
Perché l’olio fa bene alla salute?
L’olio EVO è uno degli ingredienti principe della dieta mediterranea, non solo per il suo gusto fruttato e intenso che regala ai piatti un carattere speciale, ma anche per il ruolo importante nella prevenzione e nella salute.
E’ un vero e proprio alleato per la pelle, le ossa e l’apparato cardiocircolatorio.
Le sue proprietà sono molteplici.
In virtù della sua ricchezza di acidi saturi, è uno dei condimenti indicati per chi soffre di colesterolo alto proprio perché aiuta a tenere controllati i livelli di colesterolo “cattivo” senza incidere su quelli “buoni”.
Inoltre è ricco di fenoli, sostanze antiossidanti che forniscono all’organismo una protezione contro i processi infiammatori e contro l’invecchiamento cellulare, utili nella prevenzione di tantissime malattie come diabete e tumori.
E’ perfetto anche come olio per friggere e fortemente indicato per la crescita e il rafforzamento delle difese immunitarie dei bambini.
Perché l’olio extra vergine costa così tanto?
Spesso ci chiediamo perché un prodotto che dovrebbe stare ogni giorno sulle nostre tavole abbia un prezzo così elevato.
Non solo la produzione dell’olio extravergine di oliva ha costi alti ma anche la resa gioca la sua parte.
Il costo medio delle olive è di 88 euro al quintale contro una resa di 11 litri di olio al quintale.
Se mediamente paghiamo l’olio 12 euro al litro, compreso in questo prezzo ci sono il costo della materia prima (8 euro), del trasporto e della molitura (15 euro a quintale) e del confezionamento.
Dietro una bottiglia di olio c’è un mondo produttivo molto particolare e spesso i prezzi oscillano visibilmente, ma è bene non fidarsi di blend con altri oli europei se quello che si cerca è la qualità e la biodiversità territoriale.
Quest’ultima è ciò che caratterizza l’Italia come vera e propria culla della produzione di olio d’oliva con ben 43 Dop, dal Lago di Garda alla Sicilia, passando per la Puglia, la Toscana e le Marche.
L’olio EVO Terre di Ger prodotto sulle colline marchigiane.
Le olive che utilizziamo per produrre il nostro olio Extra Vergine di Oliva crescono sulle storiche colline dei Castelli di Jesi, zona del vino Verdicchio Dop, su uliveti esposti a nord e quindi con una maturazione ritardata.
Raccolte all’incirca a metà di ottobre, regalano un olio con acidità estremamente bassa, quasi nulla, e un fruttato intenso che lascia un sapore gradevole in bocca.
Inoltre il terreno delle colline è estremamente compatibile con l’ulivo; essendo relativamente sabbioso e argilloso, le radici vanno in profondità ma non incorrono mai in stress idrico, riuscendo ad evitare la necessità di un impianto di irrigazione con conseguente risparmio di acqua, minor utilizzo di fitofarmaci e, grazie alle precipitazioni basse, riduzione drastica di trattamenti.
Dicono di lui.
Gennaro Di Paolo, sommelier di olio extravergine di oliva, ha degustato l’olio Terre di Ger ed ecco la prima recensione che abbiamo avuto su questa novità 2019.
Blend
Blend di 4-5 varietà: le principali sono Leccino, Frantoio, Raggia, Moraiolo.
Sono state molite nei primi giorni di ottobre.
Sono state raccolte a macchina ed entro quattro ore portate al frantoio.
Sensazioni organolettiche
Visiva: cristallino, denso, verde-giallo.
Olfattiva: abbastanza intenso, abbastanza fine, vegetale, pomodoro, mandorla.
Gustativa: abbastanza intenso, abbastanza strutturato, mandorla dolce, olivo, pomodoro, sufficientemente equilibrato, abbastanza fine, complesso e maturo.
Qualitativamente l’olio è fruttato medio con sentori di vegetale tendenzialmente maturo, in bocca si percepisce una leggera sensazione di amaro e successivamente esce una discreta piccantezza.
Abbinamento:
lepre in salsa, risotto agli scampi, verze alla Carnica.
fonte: www.terrediger.it
Via Strada della Meduna
Frattina di Pravisdomini
33076 Pordenone (Italia)
Tel. +39 0434.644452
fax +39 0434.645561

giovedì 25 luglio 2019

Veronafiere in Brasile, quattro eventi in due mesi.

IL GRUPPO VERONAFIERE ACCELERA IN BRASILE: QUATTRO EVENTI NEI PROSSIMI DUE MESI
Le manifestazioni sono dedicate ai settori del marmo, del vino, dell’industria metalmeccanica e dell’edilizia.
Verona, 23 luglio 2019 - Si preannunciano due mesi ad alta intensità per Veronafiere Do Brasil, la società controllata dal gruppo Veronafiere che fa da avamposto nel mercato del Sud America per il settore lapideo, il mondo del vino, la metalmeccanica e l’edilizia.
All’indomani dello storico accordo commerciale raggiunto tra Unione Europea e i Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay), Veronafiere consolida la propria presenza in Brasile con quattro eventi in calendario tra agosto e settembre.
Già oggi l’Ue rappresenta il principale partner commerciale del blocco sudamericano: le esportazioni europee verso quest’area hanno raggiunto i 45 miliardi in valore nel 2018, mentre le importazioni hanno toccato quota 42,6 miliardi.
E i numeri, proprio in virtù della nuova intesa, sono destinati a crescere.
L’America latina rappresenta un mercato dalle grandi potenzialità, in particolare alla luce del nuovo accordo Ue-Mercosur, raggiunto dopo quasi vent’anni di trattative e non senza polemiche”, spiega Maurizio Danese, presidente di Veronafiere. “Tramite le attività della società controllata Veronafiere Do Brasil il nostro gruppo continua a rafforzare la propria presenza in questa regione nell’ottica di una sempre maggiore internazionalizzazione”.
Una presenza, come sottolinea Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, “che si conferma di grande trasversalità, interessando settori molto diversi. La nuova intesa tra Ue e Mercosur, sebbene presenti alcuni profili di criticità in tema di tutela dei nostri prodotti agroalimentari, diventa tuttavia strategica: si stima, infatti, che le imprese europee risparmieranno oltre 4 miliardi di euro all’anno grazie alla rimozione di gran parte dei dazi sulle esportazioni in quest’area, che conta oltre 280 milioni di persone”.
A Vitoria, capitale dello Stato di Espìrito Santo, Veronafiere Do Brasil organizzerà dal 6 all’8 agosto le manifestazioni Mec Show – Salone della metalmeccanica, dell’energia e dell’automazione, ed Expo Construções – Fiera delle costruzioni.
Mec Show è considerato l’appuntamento più importante per il settore industriale di Espìrito Santo con i suoi 150 espositori nazionali e oltre 13mila visitatori altamente qualificati in arrivo dal Brasile e dagli altri Paesi del Sud America, ma anche da Stati Uniti, Francia e Norvegia.
Expo Construções è invece dedicata ai professionisti dell’edilizia, settore in continua crescita in Brasile, e conta un centinaio di aziende espositrici e oltre 5mila visitatori tra impresari edili, responsabili acquisti, architetti, ingegneri.
Non poteva poi mancare il tradizionale appuntamento con Cachoeiro Stone Fair - Fiera internazionale del marmo e del granito, arrivata alla trentesima edizione: ad ospitarla, dal 27 al 30 agosto, sarà la città di Cachoeiro de Itapemirim, riconosciuta come il più importante polo di lavorazione e distribuzione di marmo, granito e pietra naturale dell’America latina.
Oltre 200 aziende presenteranno le più recenti novità del settore lapideo a una platea di 16mila visitatori da tutto il Brasile e da altri 18 Paesi.
Dal marmo si passa poi al vino e all’enomeccanica con la seconda edizione di Wine South America, in programma dal 25 al 27 settembre a Bento Gonçalves, sempre nello Stato di Espìrito Santo.
Un evento che ha l’obiettivo di legare, nel nome del vino, l’America latina con l’Europa: da una parte le esportazioni dei Paesi produttori verso il Mercosur, dall’altra la creazione di joint venture e collaborazioni tra aziende brasiliane e italiane.
Il Brasile è infatti il primo importatore di vino tra i Paesi emergenti, per un valore di 325 milioni di euro nel 2017, ma finora la quota italiana, sebbene sia in aumento, è ferma tra il 10 e il 15%: le potenzialità di crescita per le imprese del Belpaese sono quindi altissime.

venerdì 5 luglio 2019

Alimentazione 4.0 nella tradizione enogastronomica.

Giovedì 4 luglio 2019 presso Villa Bonaparte a Porto San Giorgio (Fm) seminario inaugurale della 19^ edizione di Pro Loco in Festa, dal titolo “La riscoperta delle tradizioni per guadagnare salute”.
Hanno relazionato:
-Nicola Loira sindaco di Porto San Giorgio
-Lucio Livini direttore Area Vasta 4 Asur-Fermo
-Pietro Scendoni responsabileU.O Medicina Riabilitativa, Reumatologia Irccs-Inrrca- Fermo
-Domenico Cognigni medico dietologo psicoterapeuta
-Luigi Rossi storico
Villa Bonaparte
Porto San Giorgio
Il dibattito ha sollevato interessanti spunti.
Sulla base di epigenetica e nutrigenomica, discipline che studiano le mutazioni genetiche determinate dal tipo d’alimentazione, è stato dimostrato quale possa essere stato il ruolo fondamentale dell’alimentazione nell’evoluzione umana, dai primi ominidi, all’Homo Erectus, all’Homo Sapiens, all’attuale Homo Obesus, vittima quest’ultimo della deriva alimentare degli ultimi decenni, indotta dalla trasformazione industriale del comparto agroalimentare che ha fatto leva su cibo spazzatura, ricco di grassi e zuccheri ma povero di valori nutrizionali (junk food), sullo scadimento di standard qualitativi, su massimo ribasso prezzi.
I relatori hanno inoltre sottolineato come le fasi di trasformazione e conservazione siano diventate parti integranti di tale processo industriale massificato e provocato il progressivo indebolimento del rapporto di prossimità tra produttore e consumatore, a tutto beneficio di grandi player e multinazionali.
Appare quindi di tutta evidenza come sia oggi indispensabile porre un argine a questo trend, non solo per le conseguenze in tema di mutazioni genetiche e di tipo salutistico, ma anche per le ripercussioni negative su attività d’impresa, made in Italy, biodiversità.
Per contrapporsi ad un’operazione pianificata come quella dei grandi player e delle multinazionali, a mio parere occorre altrettanta pianificazione.
Due sono le leve da utilizzare a tale scopo: cultura, comunicazione.
Una volta interrotta per questioni anagrafiche la cinghia di trasmissione di saperi e sapori tra generazioni, come purtroppo oggi cominciamo a constatare, occorrerà in qualche modo individuare chi possa supplire a questo deficit divulgativo.
Il sistema scolastico, nelle sue diverse diramazioni e istituti professionali, potrebbe a mio parere assolvere al compito di custode di sapienze e tradizioni; garantendo personale formato alle attività di somministrazione, potrebbe realizzare lo scopo di qualificare offerta e domanda, ridare linfa alle piccole produzioni, valorizzare materie prime e biodiversità, descrivere il profilo territoriale.
Tuttavia per raccogliere, bisogna prima seminare e all’interno di questa operazione pianificata, un ruolo tutt’altro che secondario potrebbero averlo le nuove comunicazioni.
Una presenza assidua, oserei dire quotidiana, delle tematiche agroalimentari sui canali social farebbe da polo catalizzatore d’interesse e innescherebbe un meccanismo interattivo partecipato, utile non solo per aprirsi ai mercati, ma soprattutto per veicolare in modo aggiornato il messaggio tradizionale, quindi per coniugare al futuro il ricco patrimonio ricevuto in eredità.
You Tube channel:
Post correlato: