lunedì 16 marzo 2020

Mazzancolle al vino bianco

Piatto a base di pesce, semplice e veloce, può essere servito come antipasto o come secondo piatto.
Procedimento
Soffritto di rosmarino, olio extra vergine oliva, aglio in camicia e peperoncino.
Aggiungere le mazzancolle e sfumare col vino bianco.
Olive nere secondo gusto.
Meno di un quarto d’ora di cottura tutto compreso.
Le mazzancolle sono crostacei che richiedono tempi di cottura brevi, per non far asciugare la polpa.
Vino abbinamento:
Offida Pecorino Docg Pistillo
Poderi San Lazzaro

lunedì 9 marzo 2020

Penne al sugo di papera, italian pasta recipe

Italian pasta with duck sauce
Il piatto è stato realizzato seguendo la ricetta dello Chef Daniele Citeroni
dell'Osteria Ophis di Offida (AP) 
Penne al sugo di papera
Ingredienti per 4 persone:
500g. penne
1/4 di anatra a pezzettini
500g. pomodori pelati
1 carota
1 cipolla piccola
2 coste sedano
4 cucchiai olio extravergine di oliva
1 bicchiere di vino Rosso Piceno
150g. formaggio pecorino grattugiato
sale
pepe.
Rosolare i pezzi d'anatra con le verdure lavate e tritate grossolanamente nell'olio con sale e pepe.
Bagnare con il vino e stufare per 15 minuti facendo evaporare l'alcool del vino.
Unire i pelati passati al setaccio continuando la cottura per almeno un'ora, aggiustando di sale e pepe.
Cuocere la pasta in abbondante acqua salata, scolarla al dente e saltarla nella salsa.
Servire il piatto caldo con una manciata abbondante di formaggio pecorino.
Vino abbinamento:
Rosso Piceno Doc
Colle del Buffo
Terra Fageto winery

martedì 3 marzo 2020

Covid 19, mass media e quant’altro, considerazioni a margine.

A circa metà del guado della vicenda Covid 19 (abbreviazione di coronavirus disease 19), credo sia possibile addentrarsi in qualche considerazione di carattere generale.
La vicenda a mio parere ha posto in evidenza due dati:
1) scadimento mass-mediatico
2) inadeguatezza d’Italia e d’Europa di fronte alle emergenze
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di Enzo Massari
Sul primo punto, io direi che fin dalle prime fasi epidemiche, un’attività martellante, pressante, degli organi d’informazione tradizionali, per giunta amplificata dall’inesorabile tam tam socialmediatico, ha alimentato psicosi collettive, che resta oggi difficile, se non impossibile, far rientrare.
La questione a mio parere non è di poco conto, poiché comprova come la ricerca spasmodica di ascolti, pregiudichi la funzione di servizio dei mezzi di comunicazione di massa, disorienti i fruitori, impoverisca il sistema di riferimenti certi.
Come ulteriore tassello dello scadimento, aggiungerei che non può certo confortarci il fatto che a seguito dell’enfasi mediatica della prima ora, sia partito in data 25/02/2020 da Palazzo Chigi verso l’amministratore delegato Rai l’invito ad abbassare i toni in tg e talk; semmai ciò sta a confermare come il legame dei media tradizionali col Palazzo finisca per minare l’autorevolezza degli stessi.
Sul secondo punto, io direi che la mancanza di coordinamento tra vertice e diramazioni periferiche in Italia, la latitanza degli organi decisionali in UE, hanno portato a ritardi, ad approcci contraddittori sulle linee guida da tenere nell’immediato, e ciò che è più grave, all’assenza di un adeguamento normativo comunitario volto ad assorbire le ripercussioni sull’economia dei paesi membri e a trasformare uno stato di crisi in un'opportunità.
Parlare di “ponderazione” e “proporzionalità”, così come è stato fatto in conferenze stampa, in ordine all’atteggiamento da prendere nei confronti di un’emergenza sanitaria, sociale ed economica, quando invece tale emergenza chiamerebbe “risolutezza”, “rapidità” e “sproporzione” (intese come parti integranti del principio di precauzione, la cui adozione drastica sul modello cinese, avrebbe a mio parere avuto la funzione di accelerare i tempi di recupero), mi porta ad una riflessione critica sui nostri rappresentanti, sul pachidermico assetto istituzionale italiano, per giunta appesantito da lacci e lacciuoli comunitari, sull’obsolescenza dei meccanismi organizzativi di rappresentanza, sulla lentezza delle procedure poste di fronte al mondo interconnesso, alle relazioni smart, alla competizione globale, alle emergenze sanitarie, economiche, migratorie o di altro tipo.

domenica 1 marzo 2020

Dolci tipici del Fermano, la cicerchiata, ricetta storica.

I dolci di campagna del Fermano sono semplici, non particolarmente elaborati, ma appetitosi.
Tra i dolci tipici, legati storicamente a diversi periodi dell'anno ma più di recente diventati consueti in tempo di Carnevale, troviamo la "ciammella strozzosa", le sfrappe, le castagnole, la cicerchiata.
cicerchiata al miele
Ricetta storica cicerchiata
Ingredienti:
400 g. di farina
5 uova
2 bicchierini di mistrà
2 cucchiai di olio
2 cucchiai di zucchero
cannella
miele
limone
strutto per friggere (in mancanza di strutto si può usare olio di semi d'arachide)
Preparazione:
Preparato l'impasto, si fanno dei lunghi bastoncini che poi vengono tagliati a pezzettini di un centimetro circa, da friggere nello strutto bollente o nell'olio.
Pronte tutte le cicerchie (così chiamate perchè simili agli acini di questo legume), si mettono in una larga padella dove è stato disciolto abbondante miele (si può aggiungere limone grattugiato).
Una volta rigirate a lungo con cucchiaio di legno a fuoco basso, si versano poi in un piatto largo, piano, con al centro un bicchiere rovesciato, in modo che il dolce prenda, come da tradizione, la forma di una ciambella; in alternativa si possono versare in un vassoio per dargli altra forma.
Prima di lasciarle raffreddare e rapprendere (allo scopo può essere usato 1 limone), si schiacciano ben bene tutte le cicerchie per farle aderire al piatto.
Tratto da:
"I racconti del piatto"
viaggio nella cucina contadina del Fermano
di Roberto Ferretti
edito da Zefirobooks