mercoledì 27 novembre 2019

Turismo Agro Fermano, prospettive

In coincidenza con il rinnovo dei vertici di Marca Fermana, associazione nata nel 2008 di accoglienza e valorizzazione turistica del Fermano nella regione Marche composta ad oggi da una sessantina di soci tra pubblici e privati, si ragiona sulle cronache locali, sulla capacità di questi organismi compartecipati di fare da punto di riferimento per dettare la linea nelle strategie turistiche.
Al di là di meriti o demeriti pregressi di questi organismi, al di là d'individuare a chi competa legittimamente il ruolo di "cabina di regia", a me premerebbe invece individuare con chiarezza il "binario" da seguire, la "trama" del film da realizzare a prescindere dal regista.
La "trama" o "binario" sarebbe a mio avviso quello che percorre il tratto identitario comprensoriale: l'Agro Fermano.
Peculiarità di questo territorio che va dall'Adriatico ai Monti Sibillini, il suo tratto identitario, è la prossimità tra costa ed entroterra, che ha dato vita nel corso degli anni a contaminazioni antropologiche, di usi e costumi, commerciali.
L'interscambio tra balneare e rurale determinato dalla prossimità, ha persino caratterizzato abitudini alimentari, quindi produzioni legate all'agroalimentare.
L'obiettivo di un progetto turistico per il momento in fase d'allestimento, dovrebbe appunto consentire al turista di cogliere e apprezzare tale tratto identitario, generato dalla vicinanza tra costa ed entroterra.
Compito arduo della "cabina di regia" sarebbe quindi, non solo quello di fare sintesi tra stakeholders, ma anche quello di sviluppare itinerari che favoriscano la scoperta dell'identità locale: le risorse storiche, culturali, artistiche, naturalistiche, le tradizioni artigianali, musicali, il ricco patrimonio gastronomico.
In conclusione, potrei dire che occorre certamente una "trama", occorre inoltre identificare una governance (regia di questo film), ma anche "last but not least" approntare un fattore di tipo "creativo" che solleciti l'attenzione del mercato e trasformi l'idea di coesione territoriale, in un'opera tangibile, turisticamente attrattiva: un'infrastruttura, come ad esempio il recupero o riconversione della ferrovia abbandonata ex AFA (ferrovia Adriatico, Fermo, Amandola "capitale" dei Monti Sibillini, dismessa negli anni '50) oggetto di uno stanziamento già nel 2018 di poche centinaia di migliaia di euro da parte della regione Marche nell'ambito del "progetto bellezza beni culturali", potrebbe rivelarsi utile, essere testimonianza concreta e simbolo identitario.
Un brand, un'unica linea per descrivere il profilo territoriale caratterizzato da tre fiumi e da tre valli: Aso, Ete, Tenna.
Un segno semplice ed efficace per unire, nel racconto iconografico, elementi naturali, storici, architettonici ed economici.
mappa
ferrovia abbandonata
ex  AFA

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