Secondo le stime elaborate da Cst per Assoturismo Confesercenti, tra giugno e agosto 2019 sono attese in Italia quasi 2 milioni di presenze in meno rispetto all'estate 2018.
Il calo previsto, riguarda sia turisti italiani che stranieri, sarà più evidente nelle aree costiere, meno nei piccoli borghi dell'entroterra ed è conseguenza, secondo esperti ed osservatori, sia del meteo sfavorevole che ha compromesso il periodo gennaio/maggio, sia della perdita di competitività su prezzi e servizi nei confronti dei competitor mediterranei e orientali.
Credo che le cause sopra elencate pur non essendo esaustive, siano però sintomatiche di uno stato di crisi del comparto.
Il turismo italiano è in un momento delicato; la delega al governo in tema di turismo può essere un'occasione per realizzare una riforma mirata alla crescita.
Secondo il Ministro Centinaio "Il problema nel fare business all'estero è che l'Italia si presenta con troppi interlocutori che dicono cose e hanno esigenze diverse: servono nuove regole d'ingaggio valide per tutti, con strumenti di comunicazione e promozione univoci".
Effettivamente ciò che oggi manca, ed è quindi concausa in ordine alla previsione di calo presenze 2019, è un progetto turistico organico rivolto al mercato estero ed interno, in grado di dare univocità alla peculiare frammentazione italica.
Manca lo schema di gioco (brand e governance) su cui sviluppare la partita per descrivere il profilo territoriale: un segno semplice ed efficace per unire, nel racconto iconografico, elementi architettonici, economici, antropologici di un paese unico al mondo dal punto di vista geomorfologico che va dall'Africa alla Mitteleuropa, uno schema che consenta di sviluppare itinerari per favorire la scoperta dell'identità locale, valorizzando le risorse storiche, culturali, artistiche, naturalistiche, le tradizioni artigianali, musicali, il ricco patrimonio gastronomico, la biodiversità.
Schema adottabile al centro e a cascata nelle diramazioni periferiche, laddove in verità maggiori potrebbero essere le difficoltà per coinvolgere singoli produttori, operatori dell'economia locale, esercenti, in un contesto relazionale che d'altronde risulterebbe però essere fondamentale per comprovare la predisposizione turistica di un territorio.
Mi pare di poter dire che la chiave di volta per una riforma mirata alla crescita, sia l'innesco di una coscienza nuova sui temi riguardanti il territorio e la creazione dei riferimenti di base per un approccio condiviso, finalizzato ad enfatizzare l'impronta identitaria comprensoriale, le piccole Italie.
Contesto relazionale, approccio integrato, coordinamento di filiera tra produttori, distributori, esercenti, incoming turistico, sono oggi i presupposti indispensabili per dare impulso allo sviluppo economico del territorio e per la promozione turistica.
Il calo previsto, riguarda sia turisti italiani che stranieri, sarà più evidente nelle aree costiere, meno nei piccoli borghi dell'entroterra ed è conseguenza, secondo esperti ed osservatori, sia del meteo sfavorevole che ha compromesso il periodo gennaio/maggio, sia della perdita di competitività su prezzi e servizi nei confronti dei competitor mediterranei e orientali.
Porto San Giorgio porto turistico natanti in uscita |
Il turismo italiano è in un momento delicato; la delega al governo in tema di turismo può essere un'occasione per realizzare una riforma mirata alla crescita.
Secondo il Ministro Centinaio "Il problema nel fare business all'estero è che l'Italia si presenta con troppi interlocutori che dicono cose e hanno esigenze diverse: servono nuove regole d'ingaggio valide per tutti, con strumenti di comunicazione e promozione univoci".
Effettivamente ciò che oggi manca, ed è quindi concausa in ordine alla previsione di calo presenze 2019, è un progetto turistico organico rivolto al mercato estero ed interno, in grado di dare univocità alla peculiare frammentazione italica.
Manca lo schema di gioco (brand e governance) su cui sviluppare la partita per descrivere il profilo territoriale: un segno semplice ed efficace per unire, nel racconto iconografico, elementi architettonici, economici, antropologici di un paese unico al mondo dal punto di vista geomorfologico che va dall'Africa alla Mitteleuropa, uno schema che consenta di sviluppare itinerari per favorire la scoperta dell'identità locale, valorizzando le risorse storiche, culturali, artistiche, naturalistiche, le tradizioni artigianali, musicali, il ricco patrimonio gastronomico, la biodiversità.
Schema adottabile al centro e a cascata nelle diramazioni periferiche, laddove in verità maggiori potrebbero essere le difficoltà per coinvolgere singoli produttori, operatori dell'economia locale, esercenti, in un contesto relazionale che d'altronde risulterebbe però essere fondamentale per comprovare la predisposizione turistica di un territorio.
Mi pare di poter dire che la chiave di volta per una riforma mirata alla crescita, sia l'innesco di una coscienza nuova sui temi riguardanti il territorio e la creazione dei riferimenti di base per un approccio condiviso, finalizzato ad enfatizzare l'impronta identitaria comprensoriale, le piccole Italie.
Contesto relazionale, approccio integrato, coordinamento di filiera tra produttori, distributori, esercenti, incoming turistico, sono oggi i presupposti indispensabili per dare impulso allo sviluppo economico del territorio e per la promozione turistica.
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