La rassegna “non a voce sola” ha fatto tappa a Porto San Giorgio il 12/07/2023, con la lectio magistralis dello psichiatra Paolo Crepet dal titolo "prendetevi la luna".
Considerazioni a margine.
In particolar modo il tema del disagio e delle turbolenze legate all'adolescenza, mi ha spinto a qualche riflessione che qui vado ad esporre:
"Di fronte al disagio giovanile, ad eccessi o episodi di cronaca anche drammatici, puntare l'indice per difetto di civismo solo ed esclusivamente sulle generazioni nuove, mi parrebbe fuorviante; credo cioè che le generazioni precedenti a quest'ultima abbiano avuto ed abbiano tuttora delle responsabilità, non avendo proceduto ad un aggiornamento dei sistemi educativi e del rapporto tra generazioni.
La questione nuove generazioni è una parte del contesto, non è tutto, va quindi inquadrata all'interno di un processo di sviluppo sociale o per meglio dire di aggiornamento e modifica, a cui le comunità di persone nel corso del tempo sono, o per meglio dire dovrebbero essere, chiamate.
Credo che l'energia vitale dei giovani sia una dote, può portare ad eccessi, quindi divenire un pericolo, ma una gioventù inerme o inerte è ancora peggio, sarebbe ancor più pericolosa per le sorti di una società.
Quindi ben venga l'energia vitale, la quale però nel corso degli anni può, anzi deve, essere aggiustata dagli organismi preposti a gestire la vita della comunità, al fine di essere trasformata in energia propulsiva e rigenerante.
Ma come può essere aggiustata l'energia vitale?
Ad esempio modificando i criteri di valutazione delle persone, sia scolastici che extrascolastici per avvicinarli alle doti che di volta in volta scompostamente paiono manifestarsi; tanto per stare sul concreto, un adeguamento che si potrebbe fare, sarebbe quello della legittimazione all'interno dell'istituzione, del fattore creatività, che è ricerca di autonomia e consente l'allocazione d'energie in eccesso, è impulso individuale ma anche strumento di comunicazione all'interno di una società tutt'altro che passiva.
Chi è preposto a gestire la cosa pubblica dovrebbe a mio parere entrare in queste logiche di modifica e di cambiamento dei criteri di valutazione.
La società perfetta non esiste, non esiste una mèta da raggiungere, non c'è un capolinea, viceversa occorre mettersi nella logica del tappatore di falle, occorre, sembrerà contraddittorio, una pianificazione della tappatura delle falle, si tappa cioè una falla ma si deve essere preparati al fatto che se ne possa aprire un'altra: è e sarà un continuo tappare falle.
Questa modalità di gestione della cosa pubblica, io la vedrei come arricchente e come motore di sviluppo di una società nuova, tollerante, variamente articolata, non omologata, in grado cioè di contemperare pulsioni individuali e esigenze collettive".
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