martedì 24 agosto 2021

Castel San Giorgio con Fermo contro Fermo, local history

Pillole di storia:
Porto San Giorgio e Fermo, tra '700 e '800
Nella prima metà dell'800 il Conte Alessandro Maggiori nel suo "Itinerario d'Italia", include Fermo e il Porto.
"Le strade corrono quasi radendo il mare, in vicinanza di fruttevoli colli, con luoghi più o meno piccoli, come Torre di Palma castello oggi mezzo diruto, ma tanto forte un tempo anche per arte, dove s'incomincia ad andar fra giardini d'agrumi d'ogni specie, al piede di pittoreschi greppi e soleggiate montagnole.
Ma Castel San Giorgio, che è Porto di Fermo, è luogo assai popolato, difeso già da un'antica, ora sguarnita, rocca, e nella sua miglior parte con molte civili case; tanto dritte ed ampie sono le strade, che si dicono stradoni.
Non manca di un buon teatro con disegno di Giuseppe Lucatelli, oggi splendidamente ornato d'un palazzo costruitovi da Ireneo Aleandri a richiesta di S.A. il Principe di Monfort.
Sette poi sono le sue chiese, in alcune serbando qualche buona tavola, e non trascureremo d'indicarle al colto forestiere".
Il Conte Maggiori è amante dell'arte, ma non tralascia di sottolineare come sia l'aria buona del sito a condurvi molti vicini, per diporto.
Prima di lui, all'inizio del secolo, lo aveva fatto il Curiale Sebastiano Catinelli che seguiva a Roma le cause del Porto: "Paese bello, ricco, nobile, grande, popolato da 3567 anime, senza contare quelle di campagna dove si estende la Parrocchia: con oltre 4000 anime, già alla fine del '700 è più grande di rispettabili terre, quali Civitanova e Sant'Elpidio a Mare".
Oltre le famiglie della "nobiltà" di Fermo, Recanati, Cingoli e Montalto, vi risiedono quelle "civili" che vivono in parte con le rendite dei beni, in parte con l'industria e il negozio.
C'è poi la "marinareccia" con in testa i Principali delle barche pescherecce: 19 paranze e 3 baracozzi.
Proprio il diritto della Città di Fermo di "collettare" queste paranze, è il motivo del contendere, vicenda successiva alla "Causa Firmana" sulle "gravezze" di sessant'anni prima; una ennesima gabella che va ad aggiungersi a quelle sul pescato, sulle carni di qualsiasi genere, sui salumi, sul vino, sulla concessione di siti sulla spiaggia.
I fondi sul mare sono stati dati in enfiteusi (diritto di godere di fondo altrui, con obbligo di apportarvi migliorìe e di corrispondere un canone annuo) a Luigi Salvadori Paleotti: dal fiume Tenna al fiume Lete (Ete), poi anche fino a San Biagio, a terza generazione.
Gli interessi della Città e del Porto non collimano.
La Città (Fermo) che riscuote i 135 scudi annui della concessione, non è favorevole a renderla perpetua: Fermo desidera la riunione con il Porto, mentre la comunità del Porto reclama territorio e spedisce a Roma il Priore Vincenzo Antonucci, affinchè davanti al Papa, alla Congregazione del Buon Governo e a qualunque Autorità ne sostenga le ragioni contro Fermo.
Bibliografia
Giocondo Rongoni
"di Sole in Sole"
al Porto di San Giorgio tra '700 e '800
Andrea Livi Editore

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